';

I migrati finanziano lo sviluppo. Nel 2012 spediti solo in Asia 260 milioni di dollari
15 Mag 2013 10:00

Un flusso di denaro “dal volume e dalle potenzialità incredibili”, teorico strumento per migliorare la sicurezza alimentare dei Paesi in via di sviluppo.

Sarà questo il tema chiave del Forum globale sulle Rimesse 2013, organizzato dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), dalla Banca Mondiale e dall’Associazione Internazionale dei Network per il Trasferimento di Denaro, in programma a Bangkok dal 20 al 23 maggio.

Nel corso del Forum sarà lanciato il rapporto ‘Mandiamo i soldi a casa in Asia‘ nel quale emerge l’enorme potenziale delle rimesse che i migranti asiatici – pari a un terzo di quelli originari dei Pvs – inviano a casa.

Nel mondo, “in 215 milioni vivono al di fuori del loro Paese e spediranno 2,5 trilioni di dollari nei prossimi cinque anni”, ha spiegato il vicepresidente aggiunto dell’Ifad Kevin Cleaver nel corso di un briefing di presentazione del Forum con i cronisti a Roma.

Di questi, nel solo 2012, oltre 60 milioni di lavoratori provenienti dal continente asiatico hanno spedito a casa più di 260 milioni di dollari, flusso che è “cinque volte maggiore” di quello degli aiuti allo sviluppo nelle stesse aree.

“Noi ovviamente non controlliamo questo denaro” ma l’Ifad “può agevolare il collegamento tra le persone che ricevono rimesse e le istituzioni finanziarie in modo da creare opportunità di investimento”, ha sottolineato Cleaver ricordando come il flusso di rimesse consista, in gran parte, in un trasferimento di contanti che ha un costo, soprattutto se diretto alle zone rurali.

Ed è proprio in queste aree che è possibile rendere “più efficaci” le rimesse, attraverso il rafforzamento del microcredito e delle strutture di ricezione del denaro, come gli uffici postali. E ponendo l’accento sulle opportunità dello sviluppo delle agricoltura.

“È un settore che fornisce più lavoro di quello manufatturiero e investire nelle cooperative agricole può aiutare le popolazione rurali più povere a far fruttare i propri investimenti”, ha concluso Cleaver.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento