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E il politico scrive a Napolitano per fermare il Gay Pride a Palermo: “Moralità a rischio”
18 Giu 2013 08:02

Il capogruppo del MPA al Consiglio Comunale di Palermo, Angelo Figuccia, autore dell’anatema: “Dio ci castigherà per il Palermo Pride“, ha inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per manifestare la sua contrarietà all’organizzazione della manifestazione nel capoluogo siciliano.

Ecco il testo della missiva:

Ecco perché dico no al Gay Pride!

Bastano solo alcuni passaggi per rendersi conto delle motivazioni che mi spingono ad essere critico nei confronti del gay pride e delle manifestazioni ad esso collegate.

Si tratta di un percorso preparatorio, che attraverso iniziative come “immaginari ribelli” (vedi https://www.facebook.com/events/136451626537493/) che prevede “due giorni di contaminazioni tra corpi, desideri, sovversione di genere, postporno…all’insegna di Rituali iniziatici alla sacralità dell’Osceno, laboratori sull’eiaculazione femminile, esercizi di volgarità espressiva, laboratori di Porno-Estetica per vaiasse, troie e troioni latenti”, il tutto sancito dall’esplicita affermazione: “C’è (grosso) rischio di sporcarsi, portare un’asciugamano.”, conduce direttamente al gay pride.

Il Presidente della Camera ed il Ministro delle Pari Opportunità sono a conoscenza di tutte queste iniziative? Conoscono il percorso che conduce all’organizzazione dell’evento?

Aldilà del mio personale punto di vista sulla questione, ritengo necessario fare una distinzione fra “diritti civili” di cui ho sentito tanto parlare in questi giorni, e depravazione allo stato puro. Non capisco infatti in che modo “decostruire gli stereotipi etero normativi” come dicono gli organizzatori dell’evento, sia possibile attraverso “la preparazione di un dolcissimo dessert vegano servito su vassoio umano.”

Mi chiedo cosa centri tutto questo con i diritti civili tanto decantati e vorrei chiedere alla Presidente Boldrini se ritiene che in questo modo non venga violata la Costituzione, che all’Art. 29 recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.”

La Presidenza della Camera è e deve continuare ad essere un organo di garanzia per tutti. Non possiamo accettare che la terza carica dello Stato avalli manifestazioni come queste che fanno dei diritti civili una bandiera dietro la quale nascondere poi iniziative amorali e basate sull’oscenità, come quella organizzata in fase preparatoria dall’indotto del gay pride.

Chiedo al Presidente Napolitano, in qualità di garante della Costituzione un intervento deciso per porre fine a queste iniziative carnevalesche che nascondono seri pericoli per la morale collettiva.

Sodoma e Gomorra, distrutte per opera divina, a causa dell’empietà dei loro abitanti, siano per noi un monito!”.


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