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La bellezza ci salverà. Andiamo insieme a cercarla
01 Giu 2013 08:55

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”

Peppino Impastato

La fotografia ha molteplici facce. Ed è bene conoscerle tutte e saperle “leggere” perchè, è bene saperlo, l’unica alternativa al “leggere la fotografia” è essere da lei “scritti”… È Fotografia un paesaggio del New Mexico di Ansel Adams, il miliziano morente di Robert Capa, le prostitute di Alicante di Henri Cartier-Bresson. Sono icone che hanno scritto la storia di questa forma d’arte ed una semplice ricerca su google può fornire centinaia di pagine che raccontano ogni particolare e aneddoto.

Ma è fotografia anche la propria colazione condivisa su Instagram, l’ennesimo tramonto con cielo “infuocato” pubblicato su Facebook, oppure le migliaia di foto “glamour” della bella di turno, o ancora il servizio del “prediciottesimo”, ultima moda di opinabile gusto…

Trenta o quaranta anni fa la fotografia viaggiava su pochi mezzi. C’erano riviste specializzate a livello mondiale come Life o il National Geographic Magazine. La qualità era altissima ma concentrata nelle mani di pochi editori. Potevi definirti “fotografo” se eri in grado di scattare una foto nitida e correttamente esposta. Si scattavano poche immagini, i professionisti del settore non erano tanti e quelli che oltre alla forma sapevano metterci un contenuto in qualche modo facevano strada…

E se quaranta anni fa un bambino o adolescente voleva vedere l’Everest doveva aprire l’enciclopedia per poterlo ammirare ritratto sempre dalla stessa posizione e rigorosamente in bianco e nero.

Quanto fantasticare attorno a quel triangolo di roccia!

Oggi è cambiato tutto. Fare le foto nitide e correttamente esposte non è più il mestiere del fotografo ma del firmware della fotocamera. L’Everest possiamo vederlo a 360 gradi girandoci attorno con Google Earth.

Se prima per vedere una foto dovevamo acquistare e sfogliare un giornale oggi basta accendere il PC e la bacheca del nostro social network preferito si presenterà a noi come un fiume di immagini che in qualche modo intendono “toccarci”. Un fiume in cui la bellezza assoluta si mescola con il trash più imbarazzante.

Mi sembra che Peppino Impastato abba anticipato quaranta anni fa un tema che oggi è di estrema attualità…

Dove è finita la bellezza? Siamo ancora in grado di riconoscerla, di comprenderla, di proteggerla, di promuoverla? Oppure siamo talmente anestetizzati da 30 anni di televisione commerciale da aver perso ogni capacità di discernimento?

Con voi vorrei cominciare un viaggio alla ricerca della bellezza… Un viaggio di cui non conosco ancora la lunghezza e la destinazione ma che sono certo valga la pena di essere compiuto, affinchè “in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.


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