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E in Russia ora c’è una legge anti-gay
01 Lug 2013 12:14

Mentre l’America celebra l’orgoglio gay con una grande manifestazione a New York, la Russia alza l’ennesimo muro nei confronti degli omosessuali. E nascondendosi dietro l’alibi di dover proteggere i minori, vara una nuova durissima legge che vieta qualsiasi forma di propaganda omosessuale: una norma già definita discriminatoria dai difensori dei diritti dell’uomo e che introduce pesantissime sanzioni.

Ieri Vladimir Putin ha firmato la cosiddetta legge anti-gay licenziata nelle settimane scorse dal Parlamento, e da ora in poi in Russia la “propaganda di relazioni sessuali non tradizionali davanti a minoriè punibile con una multa che va dai 4mila ai 5mila rubli (100-125 euro). Chi occupa una carica pubblica rischia una sanzione dai 40mila ai 50mila rubli (1.000-1.250 euro), mentre chi ha un ruolo nella magistratura fino a 1 milione di rubli (poco più di 23mila euro). Gli stranieri sono pure punibili con una multa fino a 100.000 rubli e possono essere rinchiusi 15 giorni o addirittura espulsi.

In Russia l’omofobia, alimentata anche dalla Chiesa ortodossa, è ancora molto diffusa. L’omosessualità era considerata un reato fino al 1993 e una malattia mentale fino al 1999. Finora tutte le parate gay, definite dall’ex sindaco di Mosca Iuri Luzhkovopera di Satana” e “armi di distruzione di massa”, sono state vietate e finite con manganellate della polizia, fermi e aggressioni scatenate da militanti ultraortodossi.

Il 21 giugno scorso, inoltre, la Duma russa ha approvato all’unanimità in terza e ultima lettura una controversa legge che vieta l’adozione di bambini russi da parte da coppie gay e single residenti in Paesi dove è stato legalizzato il matrimonio omosessuale. Per l’approvazione definitiva si attende il passaggio al Senato e la promulgazione finale del presidente Putin. E in Russia c’é chi parla di ritorno al Medioevo.

Ieri, il leader della comunità gay russa, Nikolai Alekseev, ha definito un “errore storico” la decisione di Vladimir Putin di firmare la legge contro la propaganda omosessuale, promettendo di impugnarla davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. “Putin avrà anche vinto una battaglia locale, ma ha perso una battaglia storica”, ha detto Alekseev. “Queste leggi erano in vigore anche in Gran Bretagna, in Germania, Finlandia e altri paesi occidentali, ma alla fine sono state cancellate. Sono sicuro che anche la Russia saprà presto sbarazzarsi di questo marchio d’infamia medievale”.

Intanto, però, secondo un recente sondaggio Tsiom, l’88% dei russi sostiene la legge, e solo il 7% è contrario. Ed è solo l’ultima di una serie di controverse norme varate negli ultimi mesi in Russia a difesa dei “valori tradizionali”, che Ong e organizzazioni per la tutela dei diritti umani non smettono – finora inutilmente – di denunciare.


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