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Il mosaico più grande del Sud rischia l’interramento, la scorsa settimana il tweet del ministro sulla scoperta
30 Lug 2013 14:14

La storia è una serie infinita di corsi e di ricorsi meditava un Giambattista Vico sconsolato sulla capacità umana di imparare dai propri errori. E’ dunque una ripetizione del già accaduto ciò che attende il più grande mosaico ellenistico del sud Italia? Con tutta probabilità, sì.

Il tweet di Bray sulla scoperta

La scoperta è avvenuta la scorsa settimana, nel corso della XXV° campagna di scavo presso il Parco Archeologico “Paolo Orsi” di Monasterace Marina, sito dell’antica colonia magno-greca di Kaulon, indagata già a partire dai primi del novecento e ininterrottamente dal 1998 ad oggi: il 23 luglio l’archeologo Francesco Cuteri e la sua equipe, comprendente anche studenti argentini dell’Università di Bahia Branca, hanno rinvenuto uno splendido pavimento musivo policromo, di trenta metri quadri di estensione.

Poche ore dopo la notizia rimbalzava già su tutti i principali network, nazionali e internazionali, con gran profusione di felicitazioni, ivi comprese quelle del Ministro per i Beni Culturali Massimo Bray che le ha dedicato un tweet.

Le Terme di Nannon

Nel IV secolo avanti Cristo, il mosaico adornava il piano calpestato di una struttura termale monumentale, di trentacinque metri quadri per venti, di un piano o più, dove gli antichi caulonesi andavano a ritemprarsi dalle fatiche quotidiane. Qui potevano immergersi nella lunga piscina colma di acqua riscaldata da una fornace, o sedersi mollemente sulla panca: tutti elementi conservatisi fino a noi. E quando posavano gli occhi sul terreno, ad accogliere il loro sguardo erano un grande rosone floreale, un drago marino su fondo blu e un delfino, di sei metri per quattro l’uno, che si fronteggiano, un altro delfino e un altro drago, di minori dimensioni, e sei riquadri con decori floreali e vegetali. «Questo era un luogo dove il bene e il benessere predominavano» spiega Cuteri,« lo stesso mosaico con la ricca simbologia che propone, lo dimostra: il delfino è l’emblema dell’aiuto e della salvezza per eccellenza», come il drago nella mitologia greca appare spesso in qualità di guardiano.

 

“La sala dei draghi e dei delfini”, così è stato ribattezzato l’ambiente principale delle Terme di Nannon. «Nannon a cui abbiamo voluto dedicare le terme», prosegue l’archeologo, «è il nome dell’architetto che le ha costruite, come si trova inscritto orgogliosamente su un recipiente che abbiamo rinvenuto in loco. Un personaggio oscuro, di cui non si hanno altre informazioni, ma che ha sperimentato nella costruzione soluzioni veramente innovative, che furono poi adottate dai romani. Questo dimostra come l’antica Kaulon fosse essa stessa un centro culturale di rilievo dell’area del Mediterraneo, capace di captare come una spugna gli influssi provenienti dagli altri centri culturali e riuscendo a rielaborarli in modi propri ed originali.

Il mosaico rinvenuto l’anno scorso…e interrato

Il ritrovamento, a onor del vero, aveva già mostrato i propri prodromi l’anno scorso, quando l’ultimo giorno della precedente campagna di scavo era stato dissotterrato parte del mosaico, mostrando il rosone floreale e il grande drago marino. Ed è qui che la storia rischia di ripetersi, giacché, a causa della mancanza di fondi, anziché proseguire l’indagine, si era dovuto procedere ad interrare il tutto, onde evitare che il mosaico fosse danneggiato dalle intemperie.

Certo c’era sempre stato il tempo di presentare il ritrovamento del drago marino al Salone Internazionale del Libro di Torino. «Abbiamo avuto grande successo, il mosaico ha suscitato grande curiosità» ricorda Cuteri, «ma al di là di chiacchiere, di libricini che girano nel mondo, dietro non vi è stato nulla». Come dire, la solita differenza che passa fra la parola e l’azione, fra i comunicati stampa colmi di commenti entusiastici del caso e l’erogazione di qualche contributo. «Si parla tanto nei discorsi dei vari politici di identità culturale, ma alla fine si riduce tutto a semplici parole. Dovrebbe venire dalla politica l’intenzione di valorizzare quanto scoperto. Il che non significa solo metterci soldi, ma mettere soldi e crederci, investire totalmente nella cultura, impiegandoci tempo e risorse».

Gli scavi finanziati da una colletta di studenti

Ma se la politica si è mostrata miope, a vederci benissimo sono stati “Quelli del drago”, i 44 studenti della scuola media dell’Istituto comprensivo Amerigo Vespucci di Vibo Valentia che nella scoperta ci hanno creduto e messo i soldi, quelli delle loro paghette, sovvenzionando di fatto l’ultimo attuale scavo.

«La campagna di scavi è partita senza fondi, il Comune di Monasterace, come ormai dall’inizio della campagna di scavi nel 1998, ci fornisce l’alloggio, la Pro Loco alcuni strumenti e i poco più di tremila euro, raccolti dai ragazzi, ci consentono di coprire le spese di vitto. Quello che manca sono i grandi contributi per affrontare una campagna di scavo più imponente».

E provvedere alla conservazione del mosaico e alle concrete possibilità di fruizione da parte dei visitatori: «La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria ha stanziato un contributo di 20mila euro per i primi interventi di restauro ma il problema grosso rimane la copertura. La campagna di scavo, iniziata il 2 luglio, si concluderà il 10 di agosto». Qualche giorno per i lavori di restauro, e poi, l’unica certezza: l’interramento, ieri come oggi. I finanziamenti previsti per il Museo di Monasterace, 300mila euro, non contemplano, infatti, interventi nell’area archeologica.

Il destino sarà l’interramento?

«Non si può nascondere il mosaico più antico e grande mosaico della Magna Grecia», ribadisce con forza Cuteri, e il suo pare quasi un grido di dolore.« Questa scoperta potrebbe essere un pungolo per riscoprire la propria identità culturale».

Nel frattanto, nel visitare «la città dei mosaici», che vanta a pochi passi da questo il famoso mosaico della Casa del Drago, l’Assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri, ha annunciato la sua intenzione di scrivere personalmente al Ministro Bray e di impegnarsi per consentire la messa in sicurezza dello scavo.

La Provvidenza riuscirà ad illuminare l’agire umano, tramite il principio di verità? Per scoprirlo basterà attendere la metà di Agosto.


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