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Il procuratore di Palermo davanti al Csm si difende: “Mai favorito Messina Denaro e mai ricevuto aiuto da Ingroia”
11 Lug 2013 15:16

Si è difeso, sostenendo di gestire al meglio l’ufficio che dirige, il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, davanti alla Prima Commissione del Csm, che gli ha aperto la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Due ore e mezza di audizione in cui ha rivendicato la correttezza del proprio operato, ma che non sono bastate. Il procuratore tornerà a essere ascoltato lunedì prossimo.

La procura di Palermo è gestita ottimamente“, ha ribadito anche il suo difensore, il Pg di Torino Marcello Maddalena, che ha definito “molto proficua” l’audizione. A Messineo la Prima Commissione rimprovera una gestione debole della procura, sottoposta a condizionamenti, a partire da quello che avrebbe esercitato sul magistrato l’ex aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. Come pure gli rimprovera un mancato coordinamento del lavoro della procura, attribuendo a questo difetto la mancata cattura del boss Matteo Messina Denaro.

Non c’erano elementi sicuri per la cattura del boss Matteo Messina Denaro, quando la procura di Palermo arrestò Leo Sutura, l’uomo che avrebbe dovuto portare sulle tracce del superlatitante, ha sostenuto davanti alla Prima Commissione del Csm.

Messineo ha anche sostenuto di essere stato solo danneggiato dalla scelta di Ingroia di tenere nel cassetto per cinque mesi, intercettazioni che lo riguardavano e che poi portarono la procura di Caltanissetta a indagarlo per rivelazione di segreto d’ufficio (l’inchiesta si è poi conclusa con l’archiviazione). E ha poi contestato di aver mai chiesto al pm del suo ufficio che indagava su Banca Nuova di soprassedere all’iscrizione nel registro degli indagati del suo amico,allora direttore dell’istituto di credito Francesco Maiolini.


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