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Il Sud precipita, consumi a picco
27 Lug 2013 09:14

In base a stime SVIMEZ, nel 2013 il Pil italiano dovrebbe far registrare una contrazione dell’1,9%, quale risultato tra il -1,7% del Centro-Nord e il -2,5% del Sud. A causare la contrazione dell’attività produttiva il forte calo dei consumi delle famiglie (-2,8% al Centro-Nord, che diventa – 4,2% al Sud) e il vero e proprio crollo degli investimenti: -5,4% al Centro-Nord, più del doppio al Sud, -11,3%.

Da segnalare, a testimonianza della gravità della crisi, che la forte battuta d’arresto viene dai consumi di beni (-4,4% al Centro-Nord, -6,2% al Sud). Giù anche i redditi delle famiglie: -1,4% al Centro-Nord, -2% al Sud. Negative anche le esportazioni: nel 2013, si prevede un calo dell’1,4% al Sud e dell’1,1% al Centro-Nord, soprattutto verso i Paesi Uem.

Nel 2014 secondo le nostre stime il Pil nazionale è previsto a +0,7%, invertendo la tendenza recessiva degli anni precedenti. In questo contesto il Pil del Centro-Nord segna +0,9%, quello del Mezzogiorno un timido +0,1%. Continua anche nel 2014 il calo dei consumi totali, ma con dinamiche più contenute rispetto agli anni precedenti, anche se il Sud continua a essere negativo: -0,9% contro +0,1% dell’altra ripartizione. Anche in questo caso restano decisamente negativi i consumi di beni (-1,2% al Sud a fronte di -0,5% al Centro-Nord). Continua poi anche nel 2014 il calo degli investimenti, al Sud più che doppio rispetto all’altra ripartizione (-6,1% contro -2,6%), con segni particolarmente negativi nelle macchine e mezzi di trasporto (-9,8% contro -3,8%). In ripresa le esportazioni, soprattutto al Centro-Nord (+1,7%, il doppio del Mezzogiorno, +0,8%).

A livello regionale, nel 2013 segni negativi per tutte le ripartizioni (-1,9% Nord Ovest, -1,7% Nord Est, -1,5% il Centro). La dinamica peggiore in Calabria (-3,1%), seguita da Sardegna e Campania (-2,9%), Piemonte e Basilicata (-2,6%). Tra le regioni meridionali la performance meno negativa in Abruzzo, -1,9%, seguita dalla Sicilia (-2%), Puglia (-2,1%) e Molise (-2,3%).
Positive invece per il 2014 quasi tutte le regioni italiane, eccetto la Valle d’Aosta (-0,2%), la Calabria e Sardegna (-0,1%), che comunque contengono molto le perdite dell’anno precedente. In recupero Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia (+1,2%), seguite da Veneto e Piemonte (+1%). Tra le regioni del Mezzogiorno in testa la Basilicata (+0,4%), Seguita da Abruzzo, Molise e Puglia (+0,3%), Campania e Sicilia (+0,1%). In coda Calabria e Sardegna (-0,1%).

Riguardo all’occupazione, secondo le stime SVIMEZ, nel 2013 l’intero Mezzogiorno perde quasi il 2%, mentre il calo è più contenuto nelle altre ripartizioni (Nord-Est -1,1%, Centro e Nord-Ovest -1,3%). A livello regionale in difficoltà soprattutto la Campania (-2,5%), Sardegna (-2,4%), Calabria (-2,2%) e Molise (-2%). Quadro decisamente diverso invece nel 2014, dove tra le regioni del Mezzogiorno e del Centro-Nord si apre uno deciso spartiacque: negative le prime, positive le seconde. Se infatti il Nord segna +0,2% e il Centro +0,1%, con valori compresi tra +0,1% della Liguria e +0,4% dell’Emilia Romagna, il Sud rallenta a -0,1%. Solo l’Abruzzo (+0,2%), la Basilicata e la Sardegna (+0,1%) registrano segni positivi. Le altre regioni oscillano tra -0,2% (Calabria, Sicilia, Molise) e Campania (-0,3%).


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