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Il viaggio-delirio di Baudo che ferisce la nostra storia
16 Lug 2013 07:28

La devo rivedere tutta, la puntata di Pippo Baudo. Mi devo rendere conto davvero di che cosa parla, prima di poter esprimere un giudizio meditato. La puntata dell’8 luglio è dedicata alla Roma religiosa. Ma che meraviglia, Pippo Baudo che fa la parte di Piero e Alberto Angela, Neri Marcorè che imita Alberto Angela, Gianni Minoli e un signore attempato e molto, molto raffreddato, tutti mescolati insieme nello shaker da un barista piuttosto energico.

Vediamo pure le immagini del Concordato, e Baudo ci dice che lo stato italiano fece varie concessioni alla chiesa, ma poi un taglione delle leggi del taglione mozza la parte in cui ci diceva quali concessioni ha fatto, non fa niente.

Baudo è meraviglioso, ragazzi. Pare quasi che non legga il gobbo! Segue spezzone Luce con voce squarciafighe: brevissimo. Segue musica, ritmo, anvedi Baudo che sgambetta in piazza!Affreschi, musica classica, la sinagoga, ma è un programma bellissimo, maledizione! Addirittura qui si chiede un Concilio Vaticano Terzo! Due sono le cose: o Baudo è in delirio di onnipotenza, o è Dio in persona, e non ce ne eravamo accorti.

Si discute anche di dottrina, e poi di ebraismo ed ebrei, quindi il ghetto, e poi l’Armir. Addirittura Noa che canta l’Ave Maria di Gounod, Cristicchi meraviglioso, meraviglioso. È un programma perfetto, giuro, persino l’effetto vecchia pellicola su Cristicchi. Poi spottone dello spettacolo di Cristicchi, che se la magna lui, la pagnotta, beato. Ed ecco la musica strappalacrime di Schindler, e il nostro Baudo arriva alle Fosse Ardeatine, dove lo attende il maggiore Sardone, il custode dei 335 innocenti. Baudo chiede al maggiore un resoconto dei fatti.

Eccolo: sostanzialmente dopo l’8 settembre accaddero una serie di rappresaglie ai tedeschi che occuparono Roma praticamente c’ (erano – incomprensibile) i Gruppi Armati Proletari… Baudo interrompe: Cioè Roma era occupata dai tedeschi, il maggiore ripete: cioè, anche se considerata città aperta, quindi libera, fu occupata dai tedeschi, ancora Baudo: cioè i tedeschi si erano impegnati a non bombardare Roma.

Fermiamoci qui. Io non voglio e non posso commentare tutte le precedenti interviste, che magari dicevano tante cose vere e interessanti e anche belle, ma quando si entra in un campo in cui mi pare di capire qualcosa, e nel quale so bene quanto si debba essere esatti, forse ci metto un’attenzione diversa, me ne scuso.

A parte la confusione totale in cui è finito il nostro maggiore, che ben si vede nelle immagini, in questo solo incipit ci sono un sacco di errori.

1 – Dopo l’occupazione non ci fu nessuna rappresaglia contro i tedeschi. Ci fu una sola rappresaglia nella zona di Roma il 23 settembre del 1943. Due soldati nazisti rimasero uccisi dall’esplosione di una bomba a mano il giorno 22, mentre ispezionavano casse di munizioni. Nella loro furia omicida si inventarono che era stato un attacco partigiano e pretesero la rappresaglia. Il giorno dopo trascinarono nella caserma dei carabinieri 22 persone scelte a caso. Fu l’eroismo e il sacrificio di Salvo D’Acquisto a salvare quella gente. Seguì un’altra quarantina di attentati contro le forze armate tedesche, fuori dai cinema, a Regina Coeli, nelle trattorie, all’Hotel Flora di Via Veneto, ovunque avessero un convegno venivano continuamente assaltate con bombe, spezzoni, tritolo e mitragliette. Roma era, a detta di Kesserling e Maeltzer, una città esplosiva. Ma i tedeschi, in genere, non facevano rappresaglie, anzi non pubblicavano nemmeno sui giornali le notizie dei reati, per paura che la popolazione replicasse le giornate di Napoli.

2 – i Gruppi Armati Proletari. Ne parliamo dopo, perché il maggiore si è pure ripetuto.

3 – Roma Città Aperta: non è vero che era considerata città aperta. Solo il governo italiano la considerava tale. Venne dichiarata città aperta dagli italiani il 15 agosto del ’43, con un comunicato radiofonico unilaterale, che venne rigettato sia dagli Alleati che dai tedeschi. All’atto della resa, la mattina del 10 settembre del ’43, i tedeschi si impegnarono a non occuparla militarmente se non per le centrali telefoniche e le stazioni radiofoniche, e tradirono immediatamente quell’accordo, che tra l’altro non menziona mai le parole ‘Città Aperta’, o ‘libera’. (L’accordo venne firmato dal Tenente Colonnello Giaccone, sotto minaccia di Kesserling di bombardare la città e di ostruirne tutti gli acquedotti.)

Andiamo avanti:

Il maggiore: eee la occuparono, e i Gruppi Armati Proletari, contro chiaramente questa occupazione tedesca, cominciarono a fare degli attentati, tra cui quello di via Rasella, dove un plotone del battaglione Bozen che passava ogni giorno, e furono fatte esplodere due bombe, che misero dentro un cestino dell’immondizia, e queste bombe esplosero e uccisero 32 soldati tedeschi di quel plotone.

Baudo: purtroppo c’era una legge di guerra che stabiliva che per ogni morto tedesco…

Il maggiore: diciamo che esisteva in guerra la legge di rappresaglia…

Baudo: su ogni morto tedesco dieci…

Il maggiore: e decisero, prima chiaramente (di) tutta la catena gerarchica tedesca…

Baudo: tre! Sono le persone, Kappler, Kesselring e Priebke.
Il maggiore: perfetto, fecero delle…decisero delle cose sconvolgenti, addirittura radere al suolo tutto l’Esquilino, come rappresaglia…

Ah mio Dio, sarà una lunga giornata. Va beh, ho già detto della tristezza di questo scambio, del confondere i Gruppi di Azione Patriottica con quelli che dovrebbero essere i NAP, cioè patrioti e partigiani con terroristi, naturalmente di sinistra, è vecchia tattica. Baudo inventa una legge che non esiste, che non è quella tedesca né italiana né internazionale, vigendo allora la convenzione dell’Aja del 1907 firmata da tutti i paesi in guerra, niente per ogni morto tedesco dieci, che poi erano sempre più di dieci perché i tedeschi la legge se la facevano sul momento come gli girava, non c’erano due bombe bensì una sola, nascosta nel carretto e non nel cestino dell’immondizia, e oltre alla bomba c’erano ben 17 partigiani che a viso aperto, dai lati di via Rasella con via del Boccaccio spararono con le loro mitragliette e diverse bombe a mano contro il plotone tedesco, ecco perché quelli pensarono che le bombe arrivassero dall’alto. Altre bombe brillarono ma erano quelle alle cinture degli stessi soldati che saltarono per l’onda d’urto e per il calore. Il battaglione Bozen tra l’altro era composto di altoatesini, molti dei quali non erano forse neanche tedeschi ma italiani. Tre sono le persone: magari! C’è anche il generale Maeltzer, capo della città di Roma, e soprattutto c’è Hitler. È lui che vuole radere al suolo l’Esquilino, e nessun altro di quelli menzionati da Baudo.

Andiamo avanti.

Il maggiore: e decisero, dieci italiani per ogni tedesco e quindi dovettero immediatamente rastrellare queste trecentoventi persone
Baudo: e devo dire la verità cioè insomma i fatti e ancora si discute, cioè si dice ma insomma voi sapevate già che ci sarebbe stata questa rappresaglia, era prevista nel regolamento diciamo militare dell’occupatore diciamo in questo caso i nazisti, quindi il fatto di mettere la bomba e far morire questi tedeschi, soldati, avrebbe causato una reazione, la reazione era prevista.

Il maggiore: certo, certo. Diciamo che i tedeschi… in una legge di rappresaglia in uno stato di guerra, ci sono delle regole ben precise: bisognava affiggere dei manifesti in tutta la città in cui si diceva che se entro 48 ore non si fossero presentati gli autori dell’attentato, si sarebbe purtroppo arrivati a questo tipo di soluzione…

Baudo: purtroppo gli attentatori non si sono mai presentati

Il maggiore: non si sono mai presentati

Baudo: anzi sono stati insigniti di medaglia d’oro e fatti anche deputati. Mi pare.

Il maggiore: sì. Però è anche vero che i tedeschi non hanno rispettato neanche le 48 ore…

Baudo: No…

Ma diobono. Questo scambio sarebbe comico se non fosse di un tragico mostruoso. Non esisteva alcuna legge, quindi non si sapeva proprio un bel niente. Quello che esisteva, se vogliamo essere esatti, era un armistizio durissimo con gli Alleati, che in vari protocolli accessori hanno sempre detto di poter modificare le condizioni dell’Italia al tavolo della pace sulla base dell’apporto degli italiani alla guerra contro i tedeschi. Esiste Churchill che dice alla radio e nei volantini: colpite i tedeschi sempre e in ogni luogo. Non essendoci alcuna legge di rappresaglia, non ci sono regole ben precise ad una legge che non esiste. Non è vero che sia mai stato fatto un manifesto, non è vero che si siano invitati gli autori a presentarsi né attraverso i giornali né attraverso la radio.

E non si poteva, perché alle 14 del giorno dopo, quindi 22 ore dopo l’attacco, la rappresaglia era già conclusa. Il manifesto venne fatto dopo, tanto che si chiudeva con le parole ‘l’ordine è già stato eseguito.’ Nessuno degli autori dell’attacco è stato fatto deputato.

La continua insistente superficialità con cui la materia è stata trattata dalla carta stampata revisionista ha ormai corrotto anche le coscienze degli addetti ai lavori.

Baudo e il maggiore sanno bene di trattare una materia delicata, ma tanta leggerezza non me la sarei mai aspettata. Che peccato. Mi taccio sul seguito, perché il tempo è quello che é, ma davvero, era un bel programma, il Viaggio, chissà se vedremo mai un viaggio riparatore.


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