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Il talento di Silvia, la guida innamorata della sua Matera. Anche lei è un patrimonio da difendere
28 Ago 2013 07:50

Finito il lavoro a Taranto decido per una breve sosta a Matera prima di rientrare a casa. Non ho mai visto i Sassi e la curiosità è tanta. Un breve giro su Wikipedia e le parole di Carlo Levi mi convincono che nonostante il caldo e la stanchezza una piccola sosta è d’obbligo. L’unico parcheggio che trovo a mezzogiorno del 13 agosto è riservato “carico-scarico”, la buona notizia è che posso sostare tranquillamente fino alle quindici. Ci penso un attimo, mi consulto con mia moglie e i miei compagni di viaggio e concludo che tre ore sono sufficienti per farsi un’idea del luogo. 

Raggiunto il margine dei rioni, ci avvicina un tipo che ricorda lontanamente il personaggio di Mangiafuoco e con accento indigeno ci invita ad entrare nella sua bottega per “informazioni gratuite” sulla visita ai Sassi. In realtà è presto chiaro il suo intento: venderci una visita guidata che parte alle quattordici. Rapido sondaggio tra i presenti e vince la democrazia: per 10 euro a persona prenotiamo 13 posti per le quattordici. 

E così, all’ora X, in nome della cultura, siamo pronti a rischiare l’insolazione. Mangiafuoco, lo spacciatore di “informazioni gratuite” ci presenta la nostra guida per la prossima ora: Silvia. Rapido appello, siamo tutti, si parte: direzione Sasso Caveoso. Viste le premesse le aspettative sono particolarmente basse, questa gita puzza già di fregatura. La sensazione è rafforzata dalle prime contraddizioni tra le promesse di Mangiafuoco (“il percorso è tutto in ombra, è adatto anche ai bambini…”) e le prime parole della nostra guida (“ma siete dei folli ad aver scelto questo orario per visitare i Sassi!”). Passano i minuti e alle prime spiegazioni di Silvia mi trovo a condividere un pensiero con mia moglie: la ragazza non ha imparato a memoria un libretto sui Sassi. È palpabile la sua preparazione squisitamente scientifica, è assolutamente affascinante la sua capacità di raccontare in maniera semplice e avvincente la storia di uomini e secoli, ma soprattutto le brillano gli occhi quando parla della sua Matera. Per darvi un’idea di quanto le brillino gli occhi aggiungo un particolare: non si è ancora mai tolta gli occhiali da sole… Tempo trenta minuti e ci ha già confessato quanto le piacerebbe tornare a vivere lì in quelle casette, dove viveva sua nonna in condizioni igienico-sanitarie tanto assurde da determinare negli anni ’50 uno spopolamento coatto di quei rioni e da far meritare ai Sassi l’appellativo di “vergogna d’Italia”. Ma il tempo ha cambiato le cose: oggi quei rioni sono patrimonio mondiale dell’umanità, Mel Gibson ha scelto la città come location per il suo kolossal e i turisti arrivano a fiumi da tutto il mondo per perdersi in quei bianchi vicoli… Oggi pochi metri quadri non costano meno di 700.000 euro e Silvia, con la sua laurea umanistica, è costretta ad accompagnare turisti fino a quattro volte al giorno per prendere qualche spicciolo da Mangiafuoco. La casetta nei Sassi è decisamente fuori portata…

Sua nonna glie lo dice spesso: trovati un lavoro serio! Ma vallo a spiegare a una innamorata che il suo amato non è serio…

Passa il tempo e la passione di Silvia contagia. Se nella prima mezzora sono solo i più “spavaldi” ad azzardare domande con il passare dei minuti tocca aspettare il proprio turno… Silvia non risponde per dovere, risponde per passione. All’aumentare delle domande si allarga il suo sorriso. E mentre il tempo passa si rincorrono telefonate di Mangiafuoco: il giro dovrebbe essere già finito e invece siamo ancora in fondo al Sasso Caveoso. Mangiafuoco conta i minuti che ci separano dagli “assaggini gratuiti”, gustose microporzioni di cibo locale che “casualmente” viene venduto lì, a prezzi tutt’altro che popolari. Ho intuito tutto, per Mangiafuoco la parola “gratis” è l’antipasto del guadagno… Business is business, per carità, Mangiafuoco è un venditore e fa bene il suo lavoro… Ma gli assaggini devono aspettare perché il gruppo è rapito dai racconti di Silvia. Allo scoccare dei novanta minuti (quelli per cui viene pagata la nostra guida) è chiaro a tutti che la visita si protrarrà almeno per un’altra ora. Un’ora per la quale Silvia non sarà pagata da nessuno se non dai nostri sorrisi e dai nostri “grazie”. Se lo sapesse la nonna! 🙂 

Mi ricordo improvvisamente che la mia auto è già da mezzora in divieto di sosta e penso dentro di me che un’eventuale multa di 40 euro non rovinerebbe di certo la giornata. 

Tra tombe ipogee, case-grotta e cantine scavate nella roccia, arriviamo finalmente alle Chiese Rupestri, uno dei simboli di Matera. Mentre immagino l’interno delle grotte sono trattenuto all’esterno da Silvia che fa una premessa che mi incupisce un po’: con l’incremento demografico dell’800 i Sassi arrivano ad ospitare 17.000 persone e le chiese subiscono un progressivo cambio di destinazione d’uso. Da luoghi di culto diventano abitazioni e cantine e gran parte dei meravigliosi affreschi che le adornavano vengono coperti o divelti. Penso dentro di me: che ignoranza dietro la mano di chi ha compiuto un tale gesto! Ma il mio non è un giudizio. L’ignoranza non è una colpa, (quasi) nessuno sceglie di essere ignorante. Sicuramente non sceglie di essere ignorante il contadino che abita i Sassi a fine ‘800 ed è costretto a dormire accanto al suo bestiame… E penso: quanta bellezza viene demolita ancora oggi per ignoranza? Gli adolescenti che scrivono i propri nomi sui monumenti non sono cattivi: sono ignoranti, nel senso che ignorano che quel monumento è il loro passato e insieme il loro futuro… I ragazzi che sfidano la morte correndo in auto non sono cattivi: sono ignoranti, nel senso che ignorano che la loro esistenza è una potenziale opera d’arte… Uno Stato in cui una ragazza che ha studiato e ha dedicato la sua vita alla cultura fa difficoltà a campare mentre un immobiliarista senza scrupoli che ha violato la legge mangia caviale e beve champagne non è uno Stato cattivo: è uno Stato burocrate e ignorante. È uno Stato che ignora che Matera, Pompei, Venezia, e ogni singolo e anonimo borgo di questa penisola, sono la sua storia ma soprattutto il suo futuro… Il suo PIL se vogliamo ragionare in termini utilitaristici… 

E presto ho la prova che il mio ragionamento fila…: entriamo nelle chiese rupestri e cosa vengo a scoprire? Che quegli affreschi fino a qualche mese fa non erano nemmeno stati schedati. In parole povere per lo Stato italiano era come se non esistessero. Patrimonio Mondiale dell’Umanità… sommerso dall’ignoranza. Perché per schedare un’opera d’arte ci vogliono un esperto di storia dell’arte, un fotografo, un archivista… ci vogliono soldi. E mentre i soldi per l’ignoranza si trovano sempre (perché ripaga in denari immediatamente) i fondi per la cultura sono sempre meno… Ma, con buona pace della nonna di Silvia che spera ancora in una sua redenzione, ecco che la nostra esperta decide di schedarli lei quegli affreschi, sottopagata e arrangiandosi come può.

E mi chiedo: perché? Perché Silvia, esperta nel suo settore non meno di quanto un notaio lo sia nel suo, deve guadagnare 10 o 20 volte meno?

Perché siamo miopi di fronte alla palese evidenza che ogni euro investito oggi nella cultura e nell’istruzione tornerà centuplicato domani? 

Perché non cominciamo a percepire questo Paese non più come un osso da spolpare ma come una pianta da coltivare che potrà darci buoni frutti per secoli a venire?

Nella mia testa riecheggia la storpiatura di un ridicolo inno… “Meno male che Silvia c’è!” Vorrei dirlo a sua nonna, vorrei dirle che il lavoro di Silvia è assolutamente serio, che è assolutamente bello, e che rende sua nipote una persona assolutamente affascinante…

A proposito, Silvia è un nome di fantasia. Quello vero ve lo dico volentieri, insieme ai suoi contatti, se mi scrivete in privato. Una visita a Matera con lei vale almeno il doppio di quello che prende come onesto compenso… Pensateci… 

Parlavo ieri con Valerio, un amico che sta tentando fortuna in Germania. Quella Germania che sta uscendo immune dalla crisi… Lì le mostre fotografiche di illustri sconosciuti attraggono decine di visitatori curiosi. Mentre qui per portare a una mostra fotografica l’1% (unopercento) dei visitatori della sagra più sfigata devi promettere almeno un aperitivo… 

Facciamo qualcosa uomini e donne che mi leggete. Altrimenti moriremo obesi e ignoranti… Tanto per cominciare vi invito a utilizzare i commenti di questo post per scrivere il nostro messaggio a Silvia… Anche un semplice grazie sarà graditissimo… 

A proposito, sono tornato alla mia auto alle 17:20. Nessuna multa ma solo il sorriso maledicente del proprietario del bar di fronte… 


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