';

L’amministrazione comunale crede ai fantasmi. E si rivolge agli “esperti” per scacciarli
18 Set 2013 07:19

Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime”. (Sant’Agostino).

Se non ritornano, anche i fantasmi, controcorrente, restano al Sud. E ci tengono a farlo sapere, svolgendo costante azione di “comunicazione” paranormale. Per i più solo disturbo notturno nel Palazzo San Domenico, sede del Comune di Manfredonia, in provincia di Foggia.

Tanto che il sindaco della cittadina garganica, Angelo Riccardi, ha deciso di chiamare i Ghost Hunters Puglia, una organizzazione professionale di cacciatori di fantasmi, e afferma: “non mi interessa cacciare fantasmi quanto invece mettere a tacere le ricorrenti dicerie sulla loro presunta presenza”.

Il luogo vuole la sua parte. Il comune di Manfredonia ha sede a Palazzo San Domenico che è un ex convento domenicano. Adiacente vi è la chiesa, costruita fra la prima e la seconda metà del 1200.

I padri domenicani vi hanno abitato fino al 1620, quando ci fu l’invasione dei Turchi. Un posto che trasuda storia da tutti i muri, seppure rimaneggiato nel tempo. Nel 1700 il convento dei domenicani venne ricostruito sui ruderi di quello trecentesco e incorpora le vestigia gotiche superstiti: l’arcone ogivale, verso il mare, murato e impostato su ricchi capitelli, i pianterreni che si affacciano sulla Piazzetta e la cappella della Maddalena nella sacrestia del XIII secolo, ricca in passato di affreschi ormai quasi scomparsi.

La cappella venne alla luce nel 1895, durante lo scavo di un’aiuola eseguito dal custode delle carceri, che occupavano alcuni locali del Municipio. Non mancano le opere pittoriche: dagli affreschi di San Nicola e San Domenico all’albero genealogico della Stirpe di David, dall’affresco della Maddalena con la deposizione di Cristo nell’edicola dell’omonima cappella alle epigrafi latine di Patrizi Manfredoniani, un Crocifisso e diverse tele.

I Turchi fecero il loro buon saccheggio ma grazie alle donazioni di molte famiglie sipontine fu possibile anche restaurare un antico dormitorio e ricostruire la chiesa. Nel 1725 furono completate la volta della navata centrale (erano tre in origine e la cupola con il contributo dei fratelli Giuseppe e Tommaso Cessa).

Dal 1815, a seguito di un regio decreto il convento è diventato di proprietà del Comune di Manfredonia. La facciata che oggi si ammira è stata restaurata intorno agli anni Sessanta.

Il rosone è quello originario, ma senza la raggiera decorativa, poiché nel 1875 vi fu collocato un orologio, poi rimosso per riportare la facciata alla sua bellezza originaria. Lo stemma angiolo (fu Carlo II d’Angiò a farla costruire) è ben visibile all’estremità del portale.

In questo e popot pourri storico di recente porte si aprono e chiudono da sole, cadono quadri dalla parete dove il chiodo resta ben ficcato, documenti cambiano posto a casaccio, monaci di notte raccoglierebbero l’acqua dal pozzo al centro del chiostro. Davvero troppo per un’istituzione e soprattutto per l’equilibrio lavorativo dei dipendenti e per il sonno tranquillo dei cittadini.

Ed ecco entrare in scena, ma non è un film, i Ghost Hunters Puglia, un giovane ma qualificato gruppo di ricerca sulle attività paranormali e archeomisteri; nato nel 2012 è stato già impegnato in numerose indagini effettuate in edifici pubblici ed anche privati.

Il fondatore, Mario Contino, è uno studioso e scrittore di esoterismo e simbolismo religioso di occultismo, spiritismo, metafonia, autore di libri e pubblicazioni, fra cui “Ghost Hunting” – Tra scienza e leggenda manuale del vero Ghost Hunter.

Noi non diamo la caccia ai “Fantasmi” – scrive Mario Contino sul blog “Universo del Mistero” – noi cerchiamo di stabilire se questi esistono o meno, se il fenomeno è reale o frutto di fantasia, le nostre ricerche si limitano a questo.

Lo scopo principale di un Ghost Hunter è quello di constatare i fatti, smentire eventuali voci su presunti fenomeni paranormali in un determinato luogo o constatare l’effettiva presenza degli stessi, cercando di ottenere una prova concreta ed infalsificabile che possa essere un punto di partenza per una ricerca seria da parte della scienza ufficiale.

I cosiddetti “fantasmi” sono solo una delle possibili manifestazioni legate al fenomeno “paranormale” oggetto di investigazione”. Ma come Opera un Ghost Hunter?

“Cercando di essere il più professionale possibile – prosegue Contino – un ricercatore deve restare freddo e neutrale, deve porsi verso i fenomeni presunti in maniera scettica e nello stesso tempo non deve avere il minimo pregiudizio sugli stessi.

Ogni strumento utilizzato è collegato ad una particolare teoria, nulla è lasciato al caso. Per farla breve, si utilizzano strumenti molto sensibili in gradi di reperire immagini basate su un più ampio spettro luminoso, o addirittura su differenti livelli di calore in un determinato ambiente.

Si utilizzano strumenti capaci di rilevare suoni non udibili all’orecchio umano, come infrasuoni ed ultrasuoni, e rilevatori in grado di monitorare altri parametri quali temperatura, umidità, campi elettromagnetici ecc..

Noi cerchiamo prove infalsificabili, ad esempio una foto che ritrae il presunto spettro scattata con formano NIF o RAW, i formati primari delle Reflex e non riproducibili da alcun software grafico.

Queste foto, se ottenute e giudicate importanti, dovrebbero essere sottoposte a contro analisi da tecnici specializzati in gradi di escludere difetti dovuti ad errori dell’apparecchiatura ecc.

Stesso discorso per i suoni, è normale registrare milioni di interferenze, ma se si registrano risposte logiche e chiare in frequenze in cui la voce umana non può giungere, in quel caso l’interferenza sarebbe da escludere e la registrazione potrebbe essere utilizzata come prova concreta.

Questo è, a grandi linee ciò che fa, o che dovrebbe fare, ogni Ghost hunter serio… Non abbiamo nulla a che fare con presunti maghi, santoni o altri ciarlatani, ne tantomeno con i famosi ghostbusters televisivi”.

Meglio sottolinearlo. Perché quelli, i “Ghostbusters” della comedy americana diretta da Ivan Reitman e scritta e interpretata da Dan Aykroyd venivano spesso “smerdati” dai fantasmi.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento