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I voti a Palermo? Si ottengono con un piatto di pasta. E un pò di formaggio…
29 Ott 2013 08:28

I voti dei palermitani per un “piatto di Pasta e del formaggio”. E’ quanto è successo durante le ultime tornate elettorali. Sembra che, nel periodo delle elezioni comunali,  Giuseppe Bevilacqua, candidato del partito “Cantiere Popolare”, abbia offerto per ottenere voti, oltre alle “solite promesse di posti di lavoro” anche pacchi di pasta, formaggi e altri generi alimentari.

Il candidato, ovviamente , non ha considerato il fatto che qualcuno “potesse iniziare a parlare”. Dichiarazioni che hanno messo in allerta la Procura di Palermo che ha dato inizio alle investigazioni sulla base delle informazioni raccolte dai pubblici ministeri Paci, Del Bene, Luise, Scaletta e Picozzi. I magistrati hanno subito notificato a Giuseppe Bevilacqua un avviso di garanzia per i reati di peculato e usura. Dalle intercettazioni telefoniche sarebbero inoltre emersi anche i nomi di alcuni politici che, sempre in maniera illecita, avrebbero tentato di garantirsi ulteriori preferenze.

Le indagini, intanto, sono proseguite al punto che nel patronato di Bevilacqua, in via Antonio Marinuzzi, i finanzieri del Nucleo di Polizia valutaria hanno trovato scatole di prodotti che l’Unione europea generalmente destinati alle famiglie povere. Tali prodotti non sono assolutamente commercializzabili.

Questi alimenti sarebbero serviti e a scopo di vendita illecita e per “comprarsi” le preferenze elettorali. Infatti le indagini si starebbero indirizzando proprio sui nomi delle persone che avrebbero beneficiato di questi “aiuti alimentari”.

Intanto l’avvocato Nino Caleca, legale di Bevilavqua,  sulle ipotesi di malversazione e usura cerca di stemperare la questione  riferendo che sono stati “episodi verificatisi nel 2011, di scarso rilievo, che saranno presto chiariti”.


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