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Senza Stato nella terra dei fuochi, dove si convive con la morte
01 Ott 2013 09:49

L’inquinamento tossico, chimico e radioattivo che ha distrutto forse per sempre la terra più fertile del nostro Paese, quella che gli antichi chiamavano Campania Felix, sta mietendo vittime ogni giorni con l’incremento di tumori anche neonatali che sono schizzati in avanti dell’oltre 45 percento.

Sono giorni che mi documento su quello che è accaduto e che sta accadendo in circa 24 chilometri quadrati di terreno campano tra Caserta e Napoli e che, negli ultimi trent’anni si è trasformato in un’alveare di fosse in cui sono stati scaricati rifiuti tossici, radioattivi e chimici giunti su centinaia di tir dal Nord Italia, ma anche Nord Europa e fatti scomparire dalle organizzazioni dei clan camorristici, sotto questi enormi appezzamenti di terra.

Col tempo, le falde acquifere si sono trasformate in bombe biologiche, i raccolti, poiché su queste discariche, una volta ricoperte di terreno, si è ripreso a fare agricoltura e anche ad allevare bestiame, producono da decenni diossina, alimenti cancerogeni sottovalutati dalle Istituzioni e dallo Stato (che eppur sapeva ma coprì sotto Segreto i fatti emersi da rivelazioni del pentito Schiavone già molti anni fa).

Oggi la catastrofe che è venuta fuori anche per le fosse e le rilevazioni che sono iniziate più seriamente soltanto nelle settimane scorse, seguendo le mappature in possesso delle Istituzioni ricevute anche grazie alle rivelazioni del Pentito, hanno portato alla luce un’inferno di aria tossica, irrespirabile, capace di sciogliere persino i guanti di plastica delle tute protettive. Tutto ciò ha mietuto vittime per decenni. Nel silenzio assordante, nell’ignoranza e assenza totale di divulgazioni di informazioni fondamentali che avrebbero potuto correggere gran parte dei danni commessi e che probabilmente si continuano a commettere anche ora, mentre io ne scrivo.

I risultati rilevati sulla mortalità della popolazione che vive in quella regione, sta causando un incremento del 45 percento del cancro al colon e stomaco, la nascita di moltissimi bambini giù ammalati di cancro o gravemente malformati. La popolazione non solo si è nutrita dei frutti letali della sua terra ma anche esalato gigantesche nubi tossiche in combustione giorno e notte. Esalazioni letali e difficili da bonificare quanto quelle di Chernobyl.

Per questo motivo questa regione oggi viene chiamata Terra dei Fuochi. Ora i napoletani che per anni non hanno, come del resto, gran parte delle forze dell’ordine, capito la gravità di questo smaltimento a buon prezzo, si ritrovano a che fare con la più grande delle tragedie immaginabili.

Convivono con la morte ogni giorno. I medici sono disperati e sfiniti. Ma soprattutto soli. Non si può aspettare mesi. Bisogna che lo Stato, lo ripeto, Lo Stato che ha come compito supremo quello di proteggere e tutelare i suoi cittadini, e dunque l’Arma dei carabinieri, le forze di polizia, e perché no, anche tutti i privati cittadini muniti di ruspe, assistiti da esperti in geologia (già al lavoro da mesi, del resto), e ora certamente anche lo sforzo economico necessario perché questa bomba radioattiva venga per quanto possibile, disinnescata o contenuta, si metta in moto. L’emergenza è terribile e inimmaginabile. Solo le immagini che io ho visto la riescono in parte a restituire nella sua apocalittica realtà.

Ma chi dovrà bonificare i residui trovati sotto queste terre. Quali ditte, quali impianti verranno impiegati? La magistratura, e ripeto, lo Stato dovranno garantire che il proprio giuramento alla bandiera venga mantenuto pulito e mai insozzato dalle sicure infiltrazioni mafiose che cercheranno di ricavare business anche dalla bonifica di ciù che hanno avvelenato. Si attenda, si chieda, si urli ad alta voce l’intervento immediato di stanziamenti immediati, Questa è da considerare una catastrofe per il territorio e la popolazione italiana sotto ogni punto di vista. E di immense e ancora incalcolabili proporzioni.

Occorre un esercito di uomini che sappia come maneggiare il materiale che viene dissotterrato. Occorre lo Stato! Lo Stato assente per troppi anni che ha acconsentito tacendo a questo criminoso delitto contro un intero popolo. Il proprio. I prodotti di quella regione sono stati naturalmente venduti anche su altre piazze. Siamo tutti contaminati dunque! E i risultati peggiori si vedranno nei prossimi anni. E’ la nostra Cernobyl e si sta trasformando nella più grossa tragedia da avvelenamento tossico e radioattivo che l’Italia e forse l’Europa, abbia mai conosciuto. Quando arriveranno le ruspe, gli esperti, gli eserciti di uomini per bonificare la Campania e le sue terre? Quando arriverà lo Stato a spegnere gli eterni fuochi di quelle discariche che diffondono diossina giorno e notte? La Campania è ferita a morte da migliaia di morti in numero crescente ogni giorno.

Per loro non si potrà più tornare indietro. Ma viviamo i’istante e cerchiamo di correggerlo!! Lo Stato italiano, l’arma dei carabinieri, le forze di polizia, i nostri migliori specialisti, convoglino le loro energie prima che il popolo italiano debba arrangiarsi da solo, a mani nude, morendo in numero ancora più incalcolabile, per liberarsi di quei liquami radioattivi sotterrati sotto i campi di calcetto, accanto alle scuole, sotto le coltivazioni. L’ex Premier, le beghe sulla giustizia, i giochini parlamentari, mi danno nausea in questo momento. Si godano la vita e ridano alla faccia nostra. Noi non abbiamo voglia di ridere, adesso. Abbiamo altro da fare. Sopravvivere.


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