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In Sicilia anche se ti bocciano all’esame puoi diventare direttore generale
26 Nov 2013 07:10

 

C’è un esame per diventare direttore generale della sanità in Sicilia.

Ma anche se ti bocciano puoi lo stesso essere nominato dalla Regione.

Ancora una volta è frutto dei soliti meccanismi politici.

I deputati regionali hanno approvato una risoluzione che fa sì che il Governo regionale, nella individuazione dei prossimi direttori generali , tenga conto anche dell’operato di quei commissari che non hanno superato gli esami.

In tal modo è stato vanificato il lavoro svolto in questi mesi dalla commissione di esperti (nominata proprio dalla Regione) che aveva avviato colloqui ed esami.

Il governo regionale della Sicilia, infatti, dovrebbe ricevere tra poche settimane il report di questi esami.

Secondo quanto riferito da Pippo Digiacomo, presidente della Commissione Sanità all’Ars, “per la nomina dei direttori generali delle aziende del Servizio sanitario sarà indispensabile prendere in considerazione le valutazioni della commissione legislativa circa il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano sanitario regionale”.

Insomma, il governo regionale, che aveva rivendicato il fatto che la selezione venisse affidata ai commissari esterni ha dato poi il proprio via libera a una decisione che, potrebbe sovvertire l’esito delle selezioni già svolte, rimescolando le carte e riaprendo le porte delle Asp e della aziende sanitarie, a persone che erano già state escluse, per non aver superato gli esami iniziali.

“Ci avvarremoha aggiunto Digiacomo di un pool di esperti nominati dalla commissione stessa (che lavoreranno a titolo gratuito) che servirà a valutare e comunicare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi dei direttori come disciplinato già dalla legge 5 del 2009. La valutazione della commissione, quindi, sarà inviata al governo di Rosario Crocetta”.

Questa nuova procedura  -ha ammesso Digiacomo – potrebbe sì ripescare candidati già esclusi, ma la commissione istituita verificherà se gli attuali commissari hanno rispettato i 54 punti del Piano di rientro”.

Ed ecco comparire all’orizzonte i probabili ricorsi, vista la discutibilità dei criteri di selezione.


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