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Gli sparano 20 colpi di kalashnikov, ma riesce a salvarsi
16 Dic 2013 08:09

Gli hanno sparato contro più di 20 colpi con un fucile mitragliatore kalashnikov, ma non sono riusciti a portare a compimento la loro missione di morte. L’obiettivo dei sicari, un imprenditore quarantenne di Gioia Tauro, Giuseppe Pisano, infatti, è riuscito miracolosamente a salvarsi, pur riportando gravi ferite. L’agguato è stato portato a termine di prima mattina.

Pisano, a bordo del suo fuoristrada Mitsubishi Pajero, verso le 6.30 stava percorrendo la strada provinciale 33 che da Gioia Tauro conduce a Rizziconi, sembra per andare a caccia. Giunto in prossimità di una strada interpoderale ha svoltato ma fatte poche decine di metri, vicino ad un vecchio passaggio a livello, ha trovato una o più persone che senza esitazione hanno crivellato la vettura di colpi sparando da posizione frontale. E proprio questo potrebbe avere salvato Pisano che, gettandosi sul fondo della vettura, probabilmente è stato protetto dal motore e dalla pesante carrozzeria del fuoristrada. L’imprenditore è rimasto comunque ferito gravemente all’inguine ed in altre parti del corpo. Soccorso e portato nell’ospedale di Polistena è stato immediatamente sottoposto ad intervento chirurgico e poi ricoverato nel reparto di rianimazione in prognosi riservata. Nonostante questo, però, almeno a quanto hanno riferito i medici agli investigatori, non dovrebbe essere in pericolo di vita.

Adesso, però, per il personale del Commissariato di Gioia Tauro ed i magistrati della Procura della Repubblica di Palmi, c’è da chiarire il perché di un agguato tanto violento. Pisano è titolare, insieme ai fratelli, di una piccola impresa metalmeccanica. Fino ad alcuni anni fa, con la sua impresa, si occupava della manutenzione del termovalorizzatore di Gioia Tauro. L’uomo, pur con qualche piccolo problema passato, non era un personaggio particolarmente noto agli investigatori, che parlano di lui come una persona ”praticamente incensurata” e non risultava avere legami particolati con ambienti della criminalità organizzata che in questa zona di Calabria è particolarmente potente con le cosche Molè e Piromalli che hanno la loro base a Gioia Tauro, ma i cui interessi spaziano in tutto il mondo. Le modalità dell’agguato e l’arma utilizzata, però, inducono ugualmente gli investigatori ad ipotizzare che il tentato omicidio sia da ricondurre ad un contesto criminale


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