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L’allarme di Lari: “Le minacce di Riina a Di Matteo sono serie. Pericolo elevato”
11 Dic 2013 07:37

Le minacce di Totò Riina a Nino Di Matteo, pm del processo sulla trattativa Stato-mafia, “non sono da prendere sottogamba“. Ne è convinto Sergio Lari, procuratore di Caltanissetta, intervistato da Lucia Annunziata nel programma “In mezz’ora” di Raitre. Lari teme che il capo dei capi di Cosa nostra, “molto lucido malgrado l’età ultraottantenne“, stia mandando segnali per un “colpo di coda“: un tentativo che nasce da una “voglia di vendetta e di rivalsa“.

Ma cosa teme il boss, ha chiesto Lucia Annunziata, che possa emergere dal processo di Palermo? Per Lari la trattativa, “che certamente c’è stata“, avrebbe dovuto provocare vantaggi per la mafia, come l’attenuazione del 41 bis e la revisione dei processi, “che non ci sono stati” malgrado eventuali garanzie politiche. Ciò avrebbe compromesso la credibilità di Riina che ora, a 83 anni, cercherebbe una vendetta perché “in Cosa nostra il ruolo svolto in libertà non si conclude mai“. Con la nascita di un nuovo partito di centro destra, alla mafia è venuto meno un asse politico di riferimento. Lo ha detto il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, ospite di Lucia Annunziata nel programma “In mezz’ora” di Raitre.

Secondo Lari, l’attuale scenario politico, pur essendo ancora incerto e confuso, è contrassegnato da alcune novità a cui Cosa nostra guarda con grande attenzione: un nuovo partito che ha spaccato lo schieramento tradizionale di centro destra, un ministro dell’Interno alleato con il centro sinistra che “viene in Sicilia per presiedere il comitato per l’ordine e la sicurezza“, “manifesta la sua vicinanza ai magistrati che promette di tutelare con ogni mezzo” ed esprime una “linea in forte contrasto con la criminalità organizzata“. “Questi fatti – ha aggiunto Lari – hanno un significato ben preciso. La linea del centro destra non è stata mai così vicina ai pm antimafia“.


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