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L’allarme del pm: “Per colpa della crisi le imprese tagliano la sicurezza”
23 Apr 2014 09:55

Dalle indagini avviate dalla procura di Trani, a seguito anche di incidenti sul lavoro avvenuti tra il 2010 e il 2012, emerge che le imprese hanno dimezzato le spese per la sicurezza sul lavoro e che gli impianti (primo tra tutti l’antincendio), che devono essere funzionanti per legge, assai spesso non funzionano.

E’ quanto è stato riferito dal pm del tribunale di Trani, Antonio Savasta, nel corso del comitato per l’Ordine e le sicurezza pubblica svoltosi nella prefettura di Bari dopo la morte di due operai, padre e figlio, annegati in un tombino l’8 aprile scorso a Molfetta (Bari) in un incidente sul lavoro.

A seguito della crisi, inoltre, molte imprese oggetto degli accertamenti dei pm tranesi hanno una ”pessima attenzione” verso l’emissione di sostanze tossiche che si sprigionano nei luoghi di lavoro durante il ciclo produttivo e non tutelano affatto i lavoratori.

Inoltre – secondo quanto si è saputo – soprattutto per le aziende che operano nelle zone artigianali, le autorizzazioni rilasciate non sono conformi con l’attività effettivamente svolta, oppure capita che l’impresa avvii la propria attività sulla base di autorizzazioni parziali. Criticità sarebbero state riscontrate negli sportelli delle attività produttive dei Comuni in cui si trovano le aziende interessate dalle indagini penali.

Questi uffici – a quanto viene riferito – non farebbero controlli per accertare se l’attività svolta dalle imprese è compatibile con le autorizzazioni rilasciate. Per questo la prefettura potrebbe chiedere ai Comuni di riqualificare il personale addetto agli sportelli delle attività produttive e chiedere verifiche ai vigili urbani. Infine, a breve sarà avviata una ‘moral suasion’, che terminerà probabilmente con la sigla di un protocollo, con la quale le aziende saranno invitate a mettersi in regola secondo un crono-programma per evitare la chiusura.

Dai controlli fatti dalla Guardia di Finanza in provincia di Bari emerge che nel 2013 sono stati scovati 510 lavoratori ‘in nero’, 101 irregolari e sanzionati 251 datori di lavoro. Nel primo trimestre del 2014 i lavoratori in nero sono stati 109, gli irregolari 11, i datori di lavori sanzionati 31.


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