';

A Bari non ci sono medici reperibili per i malati di Sla
24 Apr 2014 08:16

Sul caso di presunta mancata assistenza specialistica ad una paziente pugliese malata di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), l’Ordine dei medici di Bari rileva che ‘‘i problemi derivano dall’assenza di un sistema di gestione delle emergenze specialistiche per i malati di Sla, con specialisti anestesisti in reperibilità. Nessuno dei medici coinvolti nella vicenda era infatti di turno o reperibile” al momento della richiesta, il 18 aprile scorso, per sostituire una cannula per la respirazione che si era rotta.

Secondo l’Ordine dei medici, ”non è previsto, come erroneamente riportato dalla stampa, un sistema di gestione dell’urgenza di competenza specialistica, né è prevista la reperibilità degli anestesisti. Sono solo due però gli anestesisti rianimatori dedicati all’assistenza domiciliare di pazienti complessi, con gravi patologie degenerative fortemente invalidanti, costretti a letto e assistiti a domicilio. Gli specialisti intervengono esclusivamente su richiesta del medico di famiglia che tramite il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata avanzano le richieste. Per le emergenze interviene invece il 118, come su tutto il territorio nazionale. Non esiste quindi – va ribadito – un sistema di reperibilità, né una rete organizzata per gestire le urgenze specialistiche’‘.

Il fatto che ci sia un cellulare accesso e raggiungibile 24 ore su 24 – viene spiegato in una nota – è frutto della grande disponibilità dei medici anestesisti di riferimento, che di fronte a situazioni complesse e critiche come quelle dei pazienti di Sla, fanno in modo che ci sia sempre uno specialista pronto a rispondere. Non c’è un protocollo, non c’è un sistema organizzato di gestione dell’emergenza, ma solo la buona volontà e il senso del dovere di professionisti che si mettono a disposizione dei pazienti, ma anche al medico di famiglia, all’infermiere, al 118 stesso, volontariamente, per consulenze telefoniche “24 ore su 24”. Come ha fatto venerdì scorso la collega Caterina Pesce, che non era di turno, né reperibile”. ”È chiaro – conclude l’Ordine – che una gestione ‘informale’ così organizzata non può far fronte sempre ad ogni tipo di richiesta. Servirebbe invece una rete organizzata di gestione dell’urgenza di carattere specialistico per tutti i pazienti ‘fragili’ che richiedono assistenza domiciliare, con professionisti in turno di guardia o in reperibilità”.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento