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La Campania senza mezzi. Le Ferrovie tolgono l’Intercity: “poco produttivo”
05 Apr 2014 08:19

A rischio 10 treni Intercity che servono nove regioni italiane all’avvio della stagione estiva. L’allarme arriva dal sottosegretario ai trasporti e infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro, che, rispondendo ad un’interpellanza urgente alla Camera, ha spiegato come Trenitalia abbia “comunicato al Ministero dei trasporti la sua intenzione di sospendere l’effettuazione in regime di mercato“, cioè senza sovvenzioni pubbliche, di altri dieci Intercity.

Passerebbero cioè dal regime di mercato al cosiddetto ‘servizio universale‘, che garantisce tutti quei treni che hanno una certa valenza sociale (ad esempio quelli dei pendolari) e per i quali lo Stato copre almeno una parte dei costi. Secondo Ferrovie dello Stato, ha spiegato De Caro, questi 10 treni presentano “un rapporto costi/ricavi fortemente negativo, con perdite rilevanti“, portando ad una situazione “insostenibile” dal punto di vista finanziario.

Visto l’elevato numero di Regioni servite e la loro strategicità dal punto di vista turistico (sono Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Liguria, Umbria e Campania) e considerate le segnalazioni ricevute sul tema, ha spiegato De Caro alla Camera, è stato “attivato un tavolo di confronto con le singole regioni interessate e Trenitalia”. E l’azienda del Gruppo Fs ha manifestato la “disponibilità e l’impegno a mantenere i suddetti Intercity a mercato almeno fino al mese di giugno, cioè fino al nuovo orario estivo“, ha aggiunto il sottosegretario.

Ma i consumatori non ci stanno: secondo loro il destino di questi treni, che verrebbero soppressi senza l’intervento dello Stato che si dovrebbe accollare i costi delle tratte in questione, è già scritto. “Gli Intercity – afferma il Codacons – usciranno definitivamente dalla rete ferroviaria al termine del mese di giugno per essere in parte sostituiti da servizi di trasporto locali“. Non solo, insiste l’associazione: “è una palla colossale che gli Intercity servano solo flussi pendolari per tratte limitate, paragonabili al trasporto ferroviario locale gestito dalle regioni. E’ solo una scusa per eliminarli e per completare la strategia di Moretti di costringere gli italiani a prendere i treni super veloci, pur se non hanno alcuna necessità di dover raggiungere una destinazione a tempo di record, pagando prezzi sempre maggiori, esorbitanti”.


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