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Gli otto fisici pugliesi che vincono ad Harvard
27 Giu 2014 07:21

Una squadra di fisici baresi (otto tra professori e ricercatori, 5 dei quali precari) si è aggiudicata la prestigiosa competizione internazionale Miccai 2014, organizzata dal “Laboratory for Computational Imaging Biomarkers” dell’ Harvard Medical School di Boston.

La competizione mirava all’individuazione del migliore algoritmo per l’analisi di immagini di risonanza magnetica strutturale del cervello allo scopo di predire, con la maggior precisione possibile, l’eventuale presenza di patologie neurodegenerative, tra cui la malattia di Alzheimer.

Il gruppo di ricercatori, guidato dal professor Roberto Bellotti del dipartimento interateneo di Fisica di Bari, dalla dottoressa Rosalia Maglietta dell’ Istituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per l’Automazione del CNR, e dai ricercatori Sabina Tangaro, Nicola Amoroso, Rosangela Errico, Paolo Inglese e Alfonso Monaco, Andrea Tateo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha vinto la competizione posizionandosi, tra oltre 50 gruppi concorrenti, ai primi posti delle graduatorie. L’equipe barese era l’unico team di ricercatori italiani in gara.

I risultati ottenuti dal team saranno resi pubblici in occasione della conferenza internazionale Medical Image Computing and Computer Assisted Intervention MICCAI 2014, che si svolgerà a settembre al Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA, USA.

Intanto il professor Roberto Bellotti, coordinatore del progetto, docente accademico di Fisica, e scopritore dell’algoritmo più accurato ha parlato, con modestia, di “successo inaspettato“.

Questo tipo di studi è finalizzato alla diagnosi precoce dell’Alzheimer e delle malattie neurodegenerative. Sappiamo – afferma il prof. Bellotti – che quando vengono scoperte queste patologie, è ormai troppo tardi essendoci già danni irreversibili. L’analisi permetterà di rilevare la malattia anche 5 o 10 anni prima dell’insorgenza, permettendo così di somministrare farmaci per ritardarla o curarla“.

Il lavoro di ricerca ha visto la collaborazione congiunta del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e del Cnr.


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