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Marina di Ragusa deve vivere di turismo. E di movida
30 Lug 2014 06:44

Sono contenta per i proprietari dei locali di Marina di Ragusa che il Presidente del Tribunale amministrativo di Catania ha sospeso, in via cautelare prima della sentenza definitiva di settembre, l’efficacia dell’ordinanza che prevedeva limiti di orario per la diffusione della musica.

L’esito di questa prima sentenza mi porta, però, a dover fare alcune considerazioni:

1) L’opposizione di centro destra (anche quella di centro destra che adesso pare sia vicina al centro sinistra) è ridicola nel cantare vittoria. Voglio ricordare loro che nel 2010, quando la sottoscritta gestiva uno dei locali a Marina di Ragusa, il problema esisteva e la loro ordinanza, simile a quella di questa amministrazione, ci ha penalizzati per tutta la stagione. Quindi, da che pulpito viene la predica?

2) Non dimentichiamo che la vecchia amministrazione ha rilasciato autorizzazioni per l’apertura dei locali in una stradina piccola senza considerare la convivenza con gli abitanti, che mi pare ovvio sarebbe stata impossibile. Tra l’altro autorizzazioni concesse ai limiti di legge in quanto le regole di sicurezza non sono state tenute in considerazione.Tutto ciò non considerando che a Marina di Ragusa, alla fine del lungomare Andrea Doria, c’è un ampio spazio dove poter concentrare i locali notturni.

3) Questa sentenza, però, deve far comprendere ai ragusani – proprietari delle case sul lungomare – che Marina di Ragusa è una località turistica, pertanto la tranquillità è da cercare altrove. La crisi economica ancora in atto, ha lasciato profonde cicatrici sul tessuto socio-economico anche della nostra città ed è per questo motivo che abbiamo bisogno di ridisegnare una nuova strategia che metta al centro delle politiche economiche il turismo nella sua più ampia definizione. La nostra località turistica ha tutte le potenzialità per rilanciare il turismo e gli abitanti del centro non possono essere un ostacolo.

4) I ragazzi delle nuove generazioni devono cambiare atteggiamento verso la loro stessa città avendone rispetto: non vomitare negli scalini delle abitazioni e in giro per le stradine, non lanciare le bottiglie vuote delle birre sulla spiaggia, e non lasciare i bicchieri di plastica negli angolini delle strade.

Il filosofo Norberto Bobbio diceva che la “democrazia vive di buone leggi e di buoni costumi”. Ecco, la politica deve mettere in campo buone leggi ma i cittadini, al contempo, devono coltivare i buoni costumi.


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