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Gli orti urbani non piacciono al Sud
22 Ago 2014 07:36

Mai così tante aree verdi sono state destinate ad orti pubblici nelle città capoluogo dove si è raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadrati di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione ad uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat dalla quale si evidenzia che nel 2013 gli orti urbani in Italia sono addirittura triplicati rispetto al 2011 quando erano appena 1,1 milioni di metri quadri: “Si tratta di una risposta alla crescente domanda di verde anche nelle città che complice la crisi spinge 1 italiano su 4 alla coltivazione fai da te per uso domestico“. “Le coltivazioni degli orti urbani – sottolinea Coldiretti – non hanno scopo di lucro, sono assegnati in comodato ai cittadini richiedenti e concorrono a preservare spesso aree verdi interstiziali tra le aree edificate per lo più incolte e destinate all’abbandono e al degrado“.

Se a livello nazionale praticamente la metà delle amministrazioni comunali capoluoghi di provincia nel 2013, secondo i dati Istat, hanno messo a disposizione orti urbani per la cittadinanza, esiste una forte polarizzazione regionale con la percentuale che sale all’81% nelle città del Nord (oltre che a Torino, superfici consistenti sono dedicate anche a Bologna e Parma, entrambe intorno ai 155 mila metri quadrati), meno di due città capoluogo su tre al Centro Italia hanno orti urbani, mentre nel Mezzogiorno sono presenti solo a Napoli, Andria, Barletta, Palermo e Nuoro. “Gli ‘hobby farmers’– spiega la Coldiretti – sono una fascia di popolazione composta da giovani e anziani, da esperti e nuovi appassionati, che coltivano piccoli appezzamenti familiari, strisce di terra lungo ferrovie, parchi e campi di calcio, balconi e terrazzi arredati con vasi di diverse dimensioni o piccole aree con acqua e sgabuzzino per gli attrezzi messe a disposizioni dai comuni in cambio di affitti simbolici“. E proprio per aiutare i tanti neofiti è nata una rete di personal trainer dell’orto grazie alla fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti.


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