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“Effetto Tavecchio” negli stadi, tra insulti e cori razzisti
02 Set 2014 07:58

Si chiama “Effetto Tavecchio”. E’ una malattia che colpisce idioti, razzisti, trogloditi, cavernicoli e minoranze di minorati di popolazioni allogene della steppa indoeuropea insediatesi sopra il Garigliano, là dove la cultura napoletana non è riuscita a fare breccia o comunque abbastanza per civilizzarli in questi ultimi duemila anni.

Negli stadi italiani i ratti delle fogne d’Italia, grazie alle discutibili decisioni del neo presidente della Figc Tavecchio, tornano in superficie per emettere fonemi indistinti. Suoni che certi topi e zoccole (le tope femmine) vorrebbero fossero offensivi verso i napoletani.

Ma passiamo in rassegna queste presunte offese dei ratti che nel loro squittire ritengono di lordare i napoletani. Colerosi: ebbene sì a Napoli c’è stato il colera, l’abbiamo debellato. Altrove c’è stata la peste, la tubercolosi, c’è l’Aids…Siamo sicuri che sono state debellate queste malattie? Terremotati: ebbene sì, era il 23 novembre del 1980. Quasi tremila morti. Molti morirono sotto le pietre, le macerie, i calcinacci. L’Italia intera guardava in tv come senza mezzi, senza risorse, senza aiuti, i napoletani, gli irpini tiravano fuori cadaveri dai palazzi crollati. L’Italia intera si vergognò (gli idioti che oggi scrivono o dicono negli stadi “terremotati” non hanno vergogna) per quella tragedia grazie al presidente della Repubblica Sandro Petrini. Fu lui a dire: andiamo a dare una mano, andiamo ad aiutare quei nostri connazionali che stanno morendo perché lasciati soli.

Abbiamo avuto altri terremoti. Grazie ai napoletani e al terremoto del 1980, abbiamo la Protezione civile e dunque in Umbria, in Abruzzo e Emilia non si sono verificate le stesse tragedie. Ah, i primi aiuti a queste popolazioni in difficoltà sapete da dove sono arrivati? Da Napoli, dalla Campania. E non bisogna certo spiegare il perché. Potremmo parlare della questione rifiuti. Potremmo parlare della mafia e della camorra. Potremmo parlare a lungo dell’economia. Potremmo discutere di come e quando e quanto il Sud è stato depredato, derubato di tutto. Ma con chi? Con quei topi di fogne che grazie a Tavecchio che non li costringe a stare nelle fogne ma li riporta negli stadi sono tornati a squittire e ad emettere quei fonemi indistinti sugli spalti di alcuni stadi d’Italia?

C’è solo una cosa che fa rabbia di queste prime schifose rappresentazioni di presunti tifosi contro i napoletani: l’offesa della memoria di Ciro Esposito. Ecco, quello non si può sopportare! Ciro Esposito aveva 25 anni ed è stato ucciso perché napoletano e perché andava a vedere una partita di calcio. La mamma è la cosa più bella ch’io abbia visto, sentito e conosciuto nella mia vita. Infangare quel ragazzo ucciso non si può sopportare. I coretti schifosi, vergognosi, il razzismo Tavecchio lo può anche sopportare o consentire per pagare i suoi grandi elettori, sporcare la memoria di quel ragazzo significa voler alimentare la violenza e uccidere il calcio. E il calcio non è violenza, è sport, è vita….

Io non so se e come si può fare, ma Napoli è la culla della civiltà giuridica, ci sarà qualche cavolo di avvocato (non il solito azzeccagarbugli, un avvocato) che può occuparsi di questi cori, di queste fetenzie? Possiamo noi napoletani fare qualcosa contro queste merdate seguendo la strada maestra del diritto? Che ne so, una class action, chiedere di identificare quelli che espongono striscioni che istigano all’odio razziale o a delinquere… Facciamo qualcosa, con calma, con serenità ma facciamo qualcosa per far cessare tutto ciò….


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