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La mamma di Davide: “Hanno ucciso un bambino…
06 Set 2014 09:23

Suo figlio l’ha visto cinque minuti prima che morisse. Aveva freddo, Davide Bifolco. E così, è andato al volo a casa e a mamma Flora ha chiesto un cappellino ed un giubbotto.

“Mi ha detto: ‘mamma torno tra cinque minuti, faccio un ultimo giro in motorino e torno a casa’ – racconta Flora – sì, dopo cinque minuti l’ho visto, ma era morto”. Morto lungo viale Traiano, periferia di Napoli. Faccia in giù in un’aiuola, ucciso da un colpo sparato da un carabiniere che lo stava inseguendo. Flora quasi si dondola su se stessa mentre racconta gli ultimi istanti di vita di Davide.

Poi, per un attimo, si ferma e aggiunge: “Ma quel carabiniere non l’ha visto in faccia, non ha visto che era una bambino?. Ora deve venire qui ad uccidere anche me, visto che ha avuto il coraggio di uccidere un bambino”.

Cinque minuti, dunque. “Cinque minuti, passati i quali una ragazza è venuta a chiamarmi, mi ha detto che avevano fermato Davide e che dovevo portare i documenti – racconta ancora – sono andata lì e l’ho trovato morto. Ho cercato di muoverlo, ho cercato di tirarlo per le braccia, l’ho chiamato non so quante volte, ma non si muoveva, era morto, morto”.

Tommaso, il fratello di Davide, è grande e grosso. Ed è quando gli si chiede di descrivere suo fratello che non ce la fa a trattenere le lacrime. “Era un ragazzo d’oro, era bello come il sole – dice – siamo quattro fratelli e lui era il nostro gioiello. E’ stato commesso un omicidio, l’hanno speronato e l’hanno ucciso, ci sono i testimoni. Mi vergogno di essere italiano. I carabinieri che dovrebbero proteggerci mi hanno ammazzato mio fratello”.

Perché i tre non si sono fermati all’alt? “Perché lo scooter era senza assicurazione – racconta il fratello -. Davide non aveva fatto una rapina, non aveva armi, non aveva droga. Era un ragazzino che è stato ammazzato per un giro su uno scooter. Ed ora, ora chi chiede scusa a mio padre e mio fratello? Ora chi ci restituisce mio fratello? Ora questo carabiniere sarà arrestato? Neanche un camorrista è stato mai ucciso così da un carabiniere, faccia nella terra e un colpo al cuore”.

“Speravo un giorno di portarlo via da questa strada e di farlo lavorare con me, come ascensorista – dice ancora Tommaso volevo che lui, il più piccolo di tutti noi, avesse un bel futuro. Non ho avuto tempo, Davide non ha avuto tempo per vivere”.


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