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“Una biblioteca può battere la camorra”. Il sogno di Giovanni in nome della figlia
18 Set 2014 08:32

Gli occhi di Giovanni Durante non si fermano mai, ti scrutano, ti osservano, dentro hanno una goccia di speranza e un mare di dolore. Nel 2004 Annalisa, sua figlia, appena 14 anni, bionda, occhi azzurri, un sorriso stampato sulle labbra e tanti sogni scritti di getto sul suo diario (pubblicato da un editore napoletano) rimase sul selciato, nel ventre molle di Forcella, vittima di un proiettile vagante in un regolamento di conti fra clan rivali, uccisa da Salvatore Giuliano.

Da allora la vita di quest’uomo è cambiata. Ma non è scappato da Napoli, è rimasto nel quartiere, in quel piccolo mondo dove la morte di Annalisa ha lasciato piccoli segni. La scuola che porta il suo nome e, soprattutto, quello strano centro che si affaccia sulla strada non appena si imbocca il vicolo che si affaccia su via Duomo.

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Giovanni Durante è lì, accoglie turisti e curiosi, illustra il suo piccolo grande progetto: mettere su una centro culturale a disposizione dei tanti ragazzi del quartiere, anche quelli dalle vite difficili, anche i figli dei boss. Nessuno escluso.

Dentro, negli stanzoni rimessi a nuovo,  le pareti sono coperte da fotografie antiche di una Napoli che non esiste più. Frammenti di memoria a disposizione dei pochi passanti che vincono la paura di attraversare il quartiere. Poi, un salone che basterebbe poco a trasformare in un centro congressi.

C’è il palco, ci sono le sedie, le luci, perfino l’impianto di amplificazione. Sopra, in uno spazio ricavato da un soppalco, centinaia di computer. Era la struttura che il Comune di Napoli aveva deciso di realizzare proprio a Forcella per dare un segnale concreto che qualcosa potesse cambiare. E’ rimasta inutilizzata per anni fino a quando Giovanni Durante ha deciso di “occuparla”, con il tacito consenso dell’amministrazione.

Il passo successivo è stato quello di raccogliere volumi da tutta Italia per realizzare, pezzo dopo pezzo, una vera e propria biblioteca da mettere a disposizione dei ragazzi di Forcella. “La cultura per combattere la camorra, per dare una speranza ai giovani che vivono qui”, spiega Giovanni. Che non molla, nonostante tutte le difficoltà.

Non riceve un euro di contributo. La struttura si autofinanzia vendendo qualche cd prodotto artigianalmente e che raccoglie documenti e materiali della città. Poi, ci sono due stanzette, destinate a operatori sociali, veri e propri consultori destinati alle donne ma anche ai giovani che sono alla ricerca di un lavoro.

In prospettiva, il centro potrebbe diventare un punto di riferimento anche per convegni e presentazioni di libri. Un modo per avvicinare il ceto intellettuale, la borghesia napoletana, ad un quartiere difficile. Un modo per mettere in contatto pezzi diversi di una città complessa.

Il piccolo-grande sogno di Giovanni Durante è forse più importante di quanto lui stesso immagini. Per regalare i libri è sufficiente spedirli all’Associazione Annalisa Durante (Via Vicaria Vecchia 23, 80138, Napoli) o portarli direttamente.

“Ne sono arrivati a migliaia, da tutta Italia, è un segno che non bisogna sottovalutare. Un modo per ricordare mia figlia ma anche per evitare che la sua morte sia passata invano”.


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