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Vi racconto quel grande grosso matrimonio indiano in Puglia
08 Set 2014 06:58

In questa settimana ho visto cose che voi umani.

Potrebbe essere questo il tema di una Puglia in salsa Bollywood veicolata sui giornale e nei Tg di tutto il mondo. Tutto grazie a uno sfarzosissimo matrimonio celebrato nei giorni scorsi a Borgo Egnazia, Savelletri, Fasano. Un tempo terra di contrabbandieri, adesso perla del turismo pentastellato.

Nonostante il veto assoluto del papà della sposa, il magnate Pramod Agarwal, agli smarphone degli invitati, qualche immagine del blindatissimo ricevimento è arrivata anche a noi comuni mortali. Roba da kolossal americani: tre giorni interi di effetti speciali – si vocifera anche per non far piovere – e poi sirenette, gladiatori, fuochi d’artificio eccetera eccetera. Il tutto condito da oro a profusione, tra inviti, bomboniere e dettagli obbligatori nel dress code della tre giorni.

Il marchio Puglia era impresso nel menu, a tema nostrano ma con rivisitazioni orientali firmate dai grandi chef della zona. Da Peppe Zullo ad Antonella Ricci. E quindi via libera a mozzarelle, orecchiette, Negroamaro, focacce, tarallini e mandorle. Il giro d’affari e il ritorno d’immagine a livello mondiale, hanno soffocato sul nascere le polemiche legate alla prigionia dei marò, che deve restare un problema di relazione tra Governi.

Per pura coincidenza in quegli stessi giorni ero invitata anch’io a un matrimonio, pugliese, pugliesissimo.

Un matrimonio semplice e neorealista, quasi commovente se paragonato agli sfarzi un po’ cafoni, diciamocelo, con cui si usa festeggiare qui da noi, in una sorta di gara al rilancio tra chi può fare di più. E magari con le cambiali per i dieci anni a venire.

Anche qui c’erano i tarallini, le mozzarelle, le mandorle e il vino rosso. Ma niente resort da mille e una notte, in favore della bellezza bucolica di un’aia anni cinquanta, di un cane infiocchettato, con la mamma dello sposo che sfornava panini caldi, le chitarre degli amici, le ragazze che scattavano le foto, l’allegria.

Spero che le nozze di Serena e Cristo’, gli sposi che hanno invitato me, dettino la tendenza ai ragazzi pugliesi del nuovo millennio, la generazione 2.0 talvolta ancora appoggiata alle usanze edonisticoreganiane degli anni ’80.

Basta poco talvolta, a mettere su famiglia.


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