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Il valoroso Sud, lo smemorato Nord
24 Ott 2014 09:30

Uno degli aspetti bizzarri di questa Italia in confusione, è la questione dell’immigrazione.

E’ irriverente accostare il termine bizzarro all’emigrazione, ma c’è un paradosso che non va sottaciuto.

Il Sud patisce un’onda d’urto di uomini sfortunati, provenienti da terre lontane quanto “difficili” ed il Nord si lamenta per le ferite.

Il Sud, con il suo alto senso dell’ospitalità, si sobbarca un compito che spetterebbe all’Europa intera e il Nord, il civilissimo Nord, come si autodefiniscono i suoi abitanti, si contrae per il peso sopportato.

C’è un partito del Nord che ulula per come l’Italia accoglie gli scampati ad un destino più cinico delle perigliose traversate ed un Sud silente, che a Pozzallo, come a Lampedusa, si tira su le maniche e cerca di fare qualcosa.

E le accuse di fare troppo, partono dallo stesso Nord che definisce il Sud abitato da scansafatiche, quando invece è luogo di gente intrisa di umanità, che riscatta la Sicilia della mafia e la pone tra i campioni d’accoglienza. Nonostante l’atteggiamento irresponsabile dell’Unione Europea.

Ma cosa fa questo Nord, oltre che urlare con quattro scalmanati politici, per risolvere il fenomeno?

Nulla.

Per loro, a mille chilometri di distanza dal problema,  la soluzione è il pugno duro.

Proposte, queste, di chi non ha mai aperto un libro di storia.

Ora parlo in qualità di storico.

Non conosco nei tremila anni di civiltà umana, nessuno popolo o nazione, che sia riuscito a fermare la migrazione.

L’uomo nasce antropologicamente come essere migrante. Tutta l’Europa, per dall’alto al basso Medioevo, è stata un grande migrare. L’impero di Roma si è logorato per il suo forte impulso espansivo, ma il colpo di grazia è arrivato dai popoli germanici e scandinavi, che a loro volta erano pressati da altre migrazioni. Quella dei Mongoli, sopratutto, che hanno spinto Franchi e Sassoni a muoversi verso Sud e Sud-Est.

Quelli che sono chiamati banalmente barbari, erano gente che cercava sopravvivenza e non ricchezza. Ma la violenza, come unico linguaggio, ha provocato carneficine.

Chi ha mai dunque fermato le migrazioni?

Nessuno.

La miseria, la paura, la lotta per vivere, non conoscono ostacoli.

Si possono solo trovare soluzioni: politiche e sociali.

Mi spiace che ragionamenti così accessibili non siano di comprensione comune.

Il popolo italiano è migrato nella misura di quarata milioni d’individui.

Seguendo la teoria del partito del Nord, alla frontiera degli Stati Uniti, del Canada, dell’Argentina, del Venezuela, della Francia, del Belgio, della Germania, dell’Inghilterra, dovevano attenderci alle frontiere l’esercito e magari spararci addosso.

Nessuno ci ha sparato. E con i soldi guadagnati facendo i lavori più umili, molti hanno potuto costruire una casa in patria e tornare.


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