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La lieve lettera di Delrio sul Sud
31 Ott 2014 09:11

Da storico meridionalista, sono abituato a letture colte sul Sud.

Benedetto Croce, oltre ad essere una mente di grande profondità di analisi, aveva una scrittura sublime. Da Salvemini a Compagna a Galasso, la qualità non è cambiata.

In virtù di tali frequentazioni, leggere la lettera aperta di Graziano Delrio, indirizzata a Il Mattino di Napoli, mi ha suscitato stupore.

Non credevo possibile, pur conoscendo la debolezza culturale dell’esecutivo, che ci si potesse rivolgere con tale ingenuità ai cittadini del Sud. Mi aspettavo una maggiore attinenza alla causa, ma dubito che Delrio conosca approfonditamente la Questione Meridionale. Tra l’altro ha una scrittura povera.

Sentii porre l’accento su Delrio, ed appresi della sua esistenza, quando Eugenio Scalfari lo stigmatizzò in un suo editoriale. In tale intervento su Repubblica, Scalfari scriveva: “Delrio, su domanda della Gruber e mia, ribadì che Renzi non pensava affatto a sostituire Letta e che lui ero dello stesso parere e l’aveva consigliato a mantener ferma quella posizione . Ricordo che Delrio era ministro del governo Letta”.

Dato che di questo esecutivo stento a ricordare i nomi di molti ministri, e credo che come me molti cittadini, Delrio è uno dei pochi che ho contezza grazie a Scalfari e grazie ad un intervento che egli compì sul Sud, molti mesi fa, dove diceva che il Meridione, non era una questione in agenda, perché facente parte in todo dell’enorme crisi che attanaglia il paese.

Sostanzialmente, l’uomo che occupa la poltrona di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, non appare un grande appassionato della materia e la genericità della sua lettera a Il Mattino, lo dimostra.

Che dire.Il medico emiliano Delrio, specialista in endocrinologia, non da’ molta speranza della riapertura di una Questione Meridionale. Eppure, tale argomento, andrebbe riaggiornato e tarato su quelli che sono gli attuali standard.

A mio avviso, attualmente, il Sud rischia una “lesione sociale” di notevoli dimensioni. La forbice con il senso delle istituzioni, rischia di divaricarsi a causa della sensazione di uno Stato sempre più assente.

Certe lettere andrebbero scritte con più cura.


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