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Lega Pro(C) il punto delle squadre del Sud al vertice: c’è ancora posto per il bel gioco?
28 Ott 2014 18:55

Scorrendo l’attuale classifica del Girone C di Lega Pro , si può trarre spunto per una serie di riflessioni tecniche e tattiche sulle squadre del Sud coinvolte per la lotta al vertice.

La capolista attuale, Il Benevento ha costruito il suo primato con una innegabile solidità difensiva (testimoniata dalle sole sei reti subite) che si poggia su interpreti di qualità decisamente superiore alla categoria(su tutti Scognamiglio ): speculiare a questo fine risulta la tipologia di gioco di Mr.Brini  con il suo ermetico e concreto 1-4-4-2.  In fase difensiva lo stesso predilige la copertura degli spazi e i raddoppi di marcatura non disdegnando anche l’utilizzo di marcature miste (tecnicamente “ad uomo nella zona”) e in fase offensiva lascia molto spazio all’inventiva e la qualità interpretativa dei suoi giocatori, ponendo al centro al filosofia del “prima non prenderle”e poi cercare la vittoria.

Specchio di questo modo d’interpretare il calcio è l’ultima partita vinta contro l’Aversa Normanna, partita risolta limitando le sortite offensive dei padroni di casa e colpendo su palla inattiva e poi su azione individuale: ma  con una squadra tecnicamente limitata come quella dei padroni di casa una capolista avrebbe potuto avere più coraggio? O meglio Solidità.

Perde il primato la Salernitana che conferma pregi e difetti di una squadra dalla qualità tecnica invidiabile sia nei titolari che nelle seconde linee .Dal punto di vista dell’organizzazione del gioco i granata hanno alternato sotto al direzione di Mr.Menichini l’1-4-3-3-,l’1-4-2-3-1  e l’1-4-3-1-2 con l’evidente obiettivo del tecnico di cercare la migliore quadratura del cerchio per sfruttare le caratteristiche di esterni di alta qualità come Gabionetta, Nalini ( vera rivelazione del campionato), Negro e le attitudini da “Falso nove” di Calil. Da prendere in considerazione anche le qualità di Mendicino (giocatore secondo me con attitudini da prima punta non ancora ben radicate nel giocatore perché ancora impiegato con compiti di ripiegamenti difensivi a tratti eccessivi per un centravanti che vorrebbe giocare sempre negli ultimi venti metri), con l’obiettivo di “mascherare” la mancanza evidente di un centravanti fisico e d’aria di rigore in grado di variare ulteriormente il tema tattico e capace in fase di possesso di far salire con adeguata copertura della palla , la squadra.

Caratteristica principale del gioco granata è un moderno e piacevole possesso palla fatto di scambi su distanze corte che ha il merito di risparmiare energie per consentire uno sviluppo del gioco fluido e incisivo sino alla trequarti. Questo schema di gioco è, però, avaro di soluzioni quando si deve affondare in rifinitura , fase in cui spiccano, quasi sempre, solo le giocate individuali di Negro(specie nel dai e vai e uno contro uno) o soluzioni atte a mettere Nalini (3 reti e 7 assist su 13 gol realizzati in totale) in condizione di effettuare cross e traversoni di alta qualità.

Tallone d’achille rimane l’età media della squadra che, sebbene ben preparata atleticamente, quando è chiamata a conquistar palla alta pressando o a giocar con alta intensità e aggressività, paga lo scotto di crollare fisicamente quasi sempre prima delle squadre più giovani, a volte anche meno attrezzate tecnicamente. ESPERIENZA.

Gioca invece sui repentini cambi di gioco la Juve Stabia di Mr.Pancaro. Il suo 1-4-3-3 viene orchestrato a dovere dall’inossidabile Caserta che, oltre a far da riferimento per i più giovani – faro del centrocampo stabiese – è anche particolarmente abile nei calci piazzati (e in lega pro avere specialisti di questo tipo può far la differenza). L’organico stabiese , le cui scelte sono state influenzate dalla prospettiva poi svanita di un ripescaggio in categoria superiore , presenta sicuramente anche elementi di qualità e quantità  come La Camera, Bombagi e Osei. A far la differenza potrebbe essere l’entusiasmo ritrovato della piazza, stimolata dalla prospettiva di riconquistare la cadetteria dopo la cocente delusione della retrocessione. Anche in questo caso sembra mancare un bomber di razza a doppia cifra, ma Mr.Pancaro è riuscito nell’intento di creare un gruppo solido con un gioco concreto e senza particolari fronzoli.ENTUSIASMO.

Ottimo momento di forma per la Casertana che grazie all’esperienza di Mr.Gregucci ha acquisito compattezza e solidità, ma soprattutto una continuità di risultati utili che l’hanno portata a ridosso delle prime. Il mister cerca sempre di giocarsi le gare per vincere cercando d’imporre il proprio gioco ma se ritiene di  non riuscirsi non esita a impostare la sua squadra a giocare in ripartenza, curando al contempo la fase difensiva in modo da limitar i pericoli.Occhio all’inventiva di Raijic e alla rapidità, ai tagli e alla profondità di Diakitè. CONTINUITA’.

Gioca a “corrente alternata” il Lecce di Mr.Lerda che regala puntualmente un tempo alle squadre avversarie. Questa discontinuità di rendimento intragara si traduce in un avvio stentato sotto l’aspetto dei risultati ottenuti, nonostante la vittoria raggiunta con un buon secondo tempo, a Salerno, sa tanto di segnale al campionato e di svolta.

Dal punto di vista tattico il Mister salentino alterna l’1-4-3-3 a un 1-4-2-4 con il doppio centravanti (Carrozza e Moscardelli).  A farla da padrone le grandi qualità di un centravanti fisico – non eccessivamente statico – come Moscardelli ( a mio avviso il miglior centravanti d’aria di rigore in lega pro) ma anche le parate di Caglioni e la quantità di Sacillotto e Gomez, l’estro di Miccoli e la velocità di Doumbia.

Viste le caratteristiche tecniche dei suoi centravanti, le soluzioni tattiche di Mr.Lerda mirano a esaltarne le qualità cercando di plasmare questo 1-4-3-3 con soluzioni che consentano a Moscardelli o Carrozza di vedere sempre la porta ed evitare l’eccessivo dispendio di energia in ripiegamento dietro la linea della palla.

Forse latita la qualità nelle rifiniture attraverso i cross (almeno nelle gare da me osservate) anche se atleti come Doumbia assicurano rapidità  e creano i presupposti giusti per l’attacco alla difesa in queste zone. Con una buona circolazione di palla sia in ampiezza che sulla profondità,  la formazione salentina dà l’impressione di ricercare la continuità dei risultati attraverso una propositiva e gradevole(anche dal punto di vista estetico) espressione di gioco. Nel momento in cui la troverà, con una certa continuità, diventerà forse la  formazione più accreditata al salto di categoria, avendo in organico il giusto mix di atleti, esperti e giovani con un’età media non troppo alta.POTENZIALE.

All’insegna della discontinuità, invece, il gioco  del Catanzaro. Mr.Moriero propone anch’egli un 1-4-3-3 che in fase di non possesso non esita a divenire 1-4-1-4-1. Similmente al Lecce di Lerda quando propone il suo 1-4-2-4, Il Mister ama sfruttare il lavoro dei suoi esterni sietemati a ridosso della linea del fallo laterale per allargare le difese avversarie, ma gli schemi e le soluzioni proposte privilegiano soprattutto gli inserimenti negli spazi creati dei centrocampisti (come accaduto nell’ultimo incontro con il Foggia). Altra caratteristica è la qualità e la rapidità delle ripartenze, assicurata dalle caratteristiche di giocatori come Vacca in cabina di regia e Russotto e Pagani sugli esterni. Nel non possesso, con il cambio modulo, forse il Catanzaro deve ancora migliorare la gestione del proprio baricentro: in regime di 1-4-1-4-1 infatti, pur concedendo pochi spazi, non si applica correttamente l’elastico difensivo e si rimane troppo bassi concendendo forse troppo in termini d’iniziativa del gioco agli avversari. La voglia di rilancio di Mr.Moriero unita alla rabbia della piazza, che troppe volte ha assaporato l’opportunità di tornar nel calcio che conta, potrebbe fare la differenza. DETERMINAZIONE.

Al momento l’unica squadra in grado di proporre un gioco offensivo e spregiudicato con maggiore continuità è risultata essere quella di Mr.Auteri, Il Matera. Che si utilizzi l’1-4-3-3 o l’1-3-4-3, costanti rimangono il Pressing ultraoffensivo, tanta gamba e cattiveria agonistica e tanto coraggio. Una squadra che, seppur paga pegno in termini di qualità tecnica individuale e di blasone della piazza, proprio grazie alla fame di vittorie potrebbe sorprendere in campionato.Tutto dipenderà dalla tenuta dei giovani nei momenti topici del campionato. Di certo organizzazione di gioco,  giovani promettenti e qualche over di qualità non mancano. FALSA SORPRESA.

Quindi ricapitolando troviamo organici che per caratteristiche tecniche e tattiche sembrano somigliarsi nella qualità complessiva del rendimento sul campo: ne sono una riprova i punti in classifica e la media simile tra le squadre di testa in termini di gol fatti e subiti.

Si cerca di vincere ma al contempo si cerca di “prenderle” il meno possibile: è una ricerca di equilibrio tattico o una mancanza generalizzata di coraggio nel proporre un gioco propositivo durante tutta la gara? E’ questa la ricetta vincente per la categoria o è semplicemente una scelta di filosofia imposta dalla difficoltà sia ambientale che in termini di competitività del girone C della lega pro? Sino a questo momento non esiste ancora un top team in grado di andare in fuga , ma secondo il lettore, a parità di qualità di organico e organizzazione di gioco, avrà più chanches a vincere e spiccare il volo la squadra che punterà al risultato, impostando la propria filosofia sul “prima non prenderle” (es.Benevento), o squadre come il Lecce, il Matera,  e la Salernitana, che ricercano il risultato con un gioco propositivo e spregiudicato (al momento visibile solo a tratti durante le gare), che col tempo potrebbe esser più continuo? Dopo la sessione di mercato invernale ,che inevitabilmente potrebbe cambiare il quadro generale, “Il campo parlerà“. Basterà ascoltarlo!


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