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Così l’articolo 18 ha salvato il posto di lavoro di mia madre
22 Nov 2014 07:42

Più di un anno fa denunciavo il licenziamento ingiusto, da parte dell’Ente di Formazione Professionale Enaip di Ragusa, nei confronti di mia madre e di altre 4 persone, tutti rappresentanti dello stesso Sindacato.

Guarda caso il licenziamento è arrivato dopo le mie numerose accuse e denunce e perchè queste persone, dopo aver incontrato l’Assessore Regionale alla Formazione Professionale che ha mostrato gli atti che affermavano il pagamento da parte della Regione di tutto il finanziamento dovuto all’Ente, hanno giustamente chiesto i loro emolumenti attraverso vie legali, ovvero con i decreti ingiuntivi.

Ecco, oggi posso dire che avevo ragione e che è stata fatta giustizia.

I colleghi di mia madre sono stati reintegrati qualche mese fa.

Adesso, invece, ho avuto notizia che il giudice ha reintegrato anche mia madre in quanto il licenziamento era illegittimo.

Tutto questo è stato possibile grazie a quell’articolo 18 che il Governo vuole abolire e che già la Riforma Fornero ha indebolito molto.

Questa volta non parlo per “ideologia”, come dice qualcuno, ma per esperienza diretta. E quando questi problemi si vivono realmente è possibile comprende meglio il disagio che gli stessi provocano. Quando le persone vengono licenziate viene turbata la serenità delle famiglie, si creano problemi economici, si compromette la salute delle persone che subiscono i provvedimenti disciplinari ingiusti e si vive un sentimento di smarrimento e di vuoto assoluto. In Italia è tanta la gente che viene licenziata per motivi di discriminazione, di prepotenza, di abuso di potere, di ritorsione, di antipatie, di mobbing.

Questo non è un tema ideologico o come definisce qualcuno “una idea vecchia di sinistra”.

Questo è un tema molto attuale nel nostro paese. E questi sono esempi che fanno “scuola” in questo senso, con datori di lavoro condannati al reintegro e al risarcimento di un indennizzo. Queste sentenze dimostrano ancora di più la validità dell’articolo 18 – che in questi giorni si sta tentando di cancellare – contro l’ingiustizia dei licenziamenti discriminatori che non possono essere barattati con i risarcimenti economici.

I problemi dell’economia italiana non dipendono dall’art. 18, ma vanno ricercati altrove e cioè nella mancanza di investimenti pubblici e privati, nella tassazione sul lavoro e anche nella mancanza dell’accesso al credito.
Le norme che tutelano i lavoratori non possono essere abolite e vanno difese.

Per questo io in quella piazza, a San Giovanni, mi ci ritrovo e mi ci ritroverò sempre a difesa di quell’articolo che oggi ha salvato mia madre, molti lavoratori amici e tante famiglie.

Oggi, noi, con il reintegro, abbiamo vinto una grande battaglia e l’abbiamo vinta anche per chi non crede all’articolo 18.


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