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Abbiate sempre il coraggio di denunciare le mafie
04 Dic 2014 07:13

Poche settimane fa ho conosciuto Alessandro, dell’associazione Antiracket di Cellino San Marco.

Lui mi ha ricordato un episodio avvenuto più di venti anni fa, che è rimasto molto impresso nella memoria della sua comunità.

A quel tempo ero sostituto procuratore a Brindisi, vivevo in una caserma e mi occupavo di lotta alla sacra corona unita.

Erano gli anni Novanta e in città come Cellino San Marco il racket assoggettava praticamente tutti i cittadini che facevano impresa, chiedendo il pizzo e facendoli vivere sotto lo schiaffo dell’intimidazione.

Nessuno trovava il coraggio di denunciare questi aguzzini.

Le nostre indagini ci consentirono di individuare con precisione molti imprenditori sottoposti ad estorsione ma ci mancavano le denunce da parte degli stessi intimoriti dalle possibili conseguenze.

Fu così che un giorno li riunii tutti nel salone della prefettura di Brindisi con l’intento di incoraggiarli alla denuncia e soprattutto di dar vita alla moltiplicazione dei testimoni, facendo raccontare a ciascuno la propria storia davanti agli altri.

In questo modo avrei avuto decine di testimonianze per ciascuna estorsione: intimidire uno non sarebbe dunque servito ad impedire il processo a carico dei responsabili.

Feci anche un gesto simbolico quel giorno e cioè chiusi a chiave il salone dicendo agli imprenditori, circa una trentina presenti, che saremmo usciti di li solo dopo aver verbalizzato tutte le loro denunce e promettendo che avremmo arrestato i responsabili quella notte stessa.

Ma ancora titubavano per la paura.

E fu allora che esclamai testualmente “o denunciate me per sequestro di persona o i vostri estorsori. I verbalizzanti sono li, scegliete chi volete denunciare”.

Finimmo di prendere l’ultima denuncia alle 6 del mattino e, man mano, compilavo i decreti di fermo degli indiziati che eseguimmo immediatamente. Quel giorno sgominammo completamente le bande di estorsori com’era già avvenuto in precedenza nei comuni di San Vito dei Normanni, Brindisi, San Pietro Vernotico, Ceglie Messapica, Torchiarolo.

Grazie a quelle denunce le loro attività economiche ripresero a fiorire in libertà.

Da quelle riunioni inoltre nacquero le associazioni Antiracket della provincia di Brindisi, le prime della Puglia, che ancora oggi presidiano il territorio e supportano gli imprenditori sottoposti a minacce.

L’incontro con Alessandro mi permette di ribadire che, nonostante i successi ottenuti e il tempo passato, la lotta alla mafia senza quartiere rimane una priorità della regione Puglia, dal Gargano a Santa Maria di Leuca.

Grazie a tanti giovani come lui la lotta continua con l’aiuto di tutto il popolo pugliese.


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