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La crisi non esiste
16 Dic 2014 06:18

Nel 2008 l’economia degli Stati Uniti attraversava il momento più buio della propria storia dopo la Grande Depressione del ’29. La crisi era palpabile ovunque. Interi palazzi fantasma, già sedi di grandi aziende, erano completamente vuoti e in vendita. L’asfalto della 101, l’autostrada che attraversa la Bay Area da San Francisco a San Jose, era in pessime condizioni e i prezzi delle case ai minimi storici. Le big company licenziavano anche 3000 dipendenti al giorno. Un ingegnere mi racconta che “Arrivavi in ufficio e ti annunciavano che quel giorno avrebbero licenziato. Ti dicevano di rimanere seduto alla scrivania ad aspettare la telefonata”. Lui per fortuna questa telefonata non l’ha ricevuta, ma non serba un buon ricordo di quel periodo.

Nel 2013 lo scenario è completamente cambiato. Passeggiando per University Ave a Palo Alto, si vedono intere vetrate tappezzate di annunci “HIRING NOW” (stiamo assumendo). I ristoranti sono stracolmi e la 101 è tutto un pullulare di insegne di aziende. I prezzi di case e uffici sono alle stelle.

Cos’è successo in questi 5 anni? Il venture capitalist per il quale lavoravo mi diceva che l’economia americana ha un andamento con picchi alti e bassi molto ravvicinati e che il passaggio da uno all’altro genera enormi opportunità. Queste parole mi hanno sempre colpito. Propongono una lettura della crisi non con la solita accezione negativa: evento che rompe equilibri cristallizzati nel tempo e che fa emergere dal basso nuove forze secondo un meccanismo meritocratico. E, infatti, le opportunità ci sono state. In questi anni sono nati i colossi del social networking Facebook, LinkedIn, e Twitter ma anche Tesla e tante altre che tra il 2012 e 2014 si sono quotate in borsa (28 solo nel 2013).

Sono aziende cresciute nella Bay Area, grazie ad investitori locali, e vendute in mercati azionari raccogliendo capitale da tutto il mondo. I fondatori e gli investitori della Silicon Valley hanno visto così i loro soldi tornare indietro aumentati da 10 a 100 volte: un’enorme iniezione di denaro da tutto il mondo verso la Valle del Silicio. I destinatari diretti di questa liquidità hanno – per la maggior parte – continuato a fare il proprio lavoro, creando o finanziando nuove imprese.  Ma non solo. Le aziende appena quotate in borsa hanno avuto nuova liquidità per acquisire startup più piccole (vedi WhatsApp comprata da Facebook). Anche giganti come Microsoft ha fatto buoni acquisti in questo periodo prendendo prima Nokia e poi Skype; la stessa Microsoft che nel 2007 aveva investito $240 milioni in Facebook. Si è assistito, quindi, a un moltiplicarsi di startup, che, a loro volta hanno generato nuove exit/quotazioni in borsa in un magnifico vortice che ha cambiato completamente la Valle dal 2008 al 2013.

Nuovi posti di lavoro sono stati creati. Chi era stato licenziato nel 2008 si è ben ricollocato, e la crescita ha attirato ingegneri da tutto il mondo. Questi “cervelli dell’innovazione” devono mangiare, vestirsi e dormire. Per cui, tale meccanismo, ha generato anche nuovi ristoranti, servizi, e in generale enormi benefici a tutti i livelli della società. Oggi la crisi di solo pochi anni fa è un ricordo lontano.

what about italy? Inutile fare polemiche sulle tante cose che non funzionano nel Bel Paese. Un dato è evidente. Si vive con lo spettro della crisi. In una situazione stagnante nella quale molti non fanno altro che lamentarsi senza proporre soluzioni. Invece è tutta questione di predisposizione mentale. Bisogna imparare da queste storie positive di chi ha cercato nuove idee e si è fatto in quattro per realizzarle. Bisogna pensare in grande. Quello della Silicon Valley è un “mindset” positivo, una ricetta per aver successo. Il futuro è ancora tutto da scriversi e forse, anche in Italia, non è troppo tardi per farsi contaminare da questa positività e acquisire un modo di pensare da “Silicon Valley”.

– Per chi volesse capire meglio la Silicon Valley e migliorare la capacità di creare nuovi progetti, sono in corso fino al 28 dicembre le domande per partecipare al programma internazionale Silicon Valley Tehnology Venture Launch Program – www.tvlp.co 


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