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L’ecomostro della costiera di Sorrento abbattuto dopo 50 anni
12 Dic 2014 06:23

Ci sono voluti 50 anni ed una battaglia giudiziaria non ancora terminata per buttare giù il “mostro di Alimuri“, rudere di un albergo da 150 stanze lasciato a metà in costiera sorrentina.

Cinquant’anni per fare scattare il detonatore di 1200 microcariche di dinamite, 12 secondi per fare sbriciolare l'”ecomostro“, incartato su se stesso, in una grande nuvola di fumo marrone dispersa dallo scirocco. Nel cielo si sono alzati 1500 palloncini colorati del Comune di Vico Equense.

Dalla spiaggia di Meta di Sorrento alcune centinaia di persone, tra i quali gli alunni di alcune scuole e perfino alcuni bagnanti incredibilmente presenti, in questo caldo novembre, hanno applaudito. “E’ un segnale per i cittadini – afferma il ministro per l’ambiente Gianluca Gallettila tutela del territorio è una priorità del governo“. E’ contento anche il sindaco di Vico Equense, Gennaro Cinque.

E’ un giorno di festa – dice – abbiamo dimostrato con questa demolizione che la politica non è fatta solo di chiacchiere“.

Nel 2007 il sindaco Cinque (Forza Italia) aveva firmato con il ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli un accordo che avrebbe consentito alla “Sica srl“, proprietaria del rudere, tra i cui titolari figura Anna Normale, moglie dell’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino, di ricostruire un altro albergo in costiera, a parità di cubature, e di aprire uno stabilimento balneare sulla costa di Alimuri, in cambio della demolizione del “mostro“. “Ma con una faticosa ricerca di archivio – dice il sindaco ai giornalisti – ci siamo resi conto che quello scheletro era difforme da quanto fatto risultare e che esistevano degli impedimenti. Quell’accordo non vale e la Sica srl dovrà pagare i costi della demolizione, 320 mila euro”.

La costruzione del maxialbergo, nel territorio del Comune di Vico Equense, era stata avviata nel 1964, quando i vincoli paesaggistici non c’erano. Ma quel palazzone di 18 mila metri cubi sulla spiaggia era un pugno nello stomaco e bastò un cambio di giunta per fare fermare i lavori. Da allora il “mostro“, uno scheletro di cemento armato ed acciaio, è passato di mano due volte, tra ricorsi al Tar, richieste di sospensive, azioni di risarcimento. Il giudizio di merito del Tar della Campania potrebbe ancora dare ragione alla famiglia Normale, poi ci sarà il Consiglio di Stato.

Ma intanto il mostro non c’è più. “La Sica srl dovrà pagare i lavori di abbattimento in danno”, ribadisce l’assessore Antonio Elefante, un esperto, perché è titolare di un’impresa di costruzione. La rimozione delle macerie ad Alimuri, toponimo che ricorda gli sbarchi dei Saraceni sulla Costa di Sorrento, comincerà domani e durerà 20 giorni. Il costone di roccia sovrastante la spiaggia sarà consolidato. “Entro 50 giorni – assicura l’ assessore Elefante – il cronoprogramma sarà ultimato, la bonifica provvisoria finita, e l’area sarà messa in sicurezza“. Il Comune ha messo in bilancio altri 100 mila euro per portarla a termine. E la bonifica definitiva? “Per quella ci sono molti progetti, ma il corso sfiora i 6 milioni di euro”, dice l’assessore.


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