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Le mani dei casalesi sugli ospedali della Campania
26 Gen 2015 07:56

L’aspetto sorprendente dell’ultima inchiesta della Dda di Napoli è il ribaltamento dei ruoli, lo sdoganamento di personaggi di dubbia moralità però promossi al rango di consigliere d’affari.

L’interlocutore di funzionari, politici, imprenditori o aspiranti tali era un signore a nome Francesco Zagaria, omonimo del capoclan ma anche e soprattutto suo cognato.

Francuccio, come lo chiamavano, era il convitato di pietra di affari e accordi che a nome dell’uno o dell’altro venivano raggiunti nell’ambito della sanità pubblica in Campania: dal 2003 e almeno fino alla fine del 2013, quando la Dia di Napoli ha chiuso le indagini.

Morto lui, il dominio sul più grande ospedale della provincia di Caserta è poi passato alla vedova, Elvira Zagaria.

Dunque, Francuccio: sempre presente ai pranzi e alle cene di Luigi Annunziata, il manager dell’ospedale morto anche lui qualche tempo fa; a casa sua a Terzigno fu organizzata la campagna elettorale per le primarie di Sandro De Franciscis, passato dall’Ulivo all’Udeur e poi al Pd, pretendente alla carica di segretario regionale sostenuto da Francesco Rutelli.

La storia ufficiale ci racconta che fu sconfitto da Tino Iannuzzi e che arrivò ultimo; quella giudiziaria che Franco Zagaria mise mano alla tasca e pagò per quegli elettori che non avevano nessuna intenzione di lasciare la quota di un euro nelle casse del neonato partito.

E poi al congresso dell’Udeur, che doveva certificare l’ingresso di Angelo Brancaccio, transfuga diessino travolto da un’inchiesta per corruzione.

E, ancora, al fianco di Antonio Fantini, che fu potentissimo presidente della Regione.

Dunque Francuccio, che in ospedale poteva contare sul dirigente dell’ufficio tecnico Bartolomeo Festa, il cui incarico, scaduto ad agosto dello scorso anno, era stato stranamente prorogato dall’ultimo manager, arrivato dopo una controversa gestione commissariale e una commissione d’accesso che, chissà perché, in sei mesi di indagini non aveva scoperto neppure una delle gare d’appalto truccate.

E con Francuccio, buona parte del management dell’azienda ospedaliera, che ne ha assecondato i desideri e chiesto e ottenuto il proprio tornaconto, economico o di potere, prestandosi anche a fare la guerra all’unico dirigente che ostacolava l’attività del comitato d’affari.

(fonte Corriere del Mezzogiorno)


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