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Il blog che racconta la Puglia ai viaggiatori
16 Feb 2015 06:49

Ha superato le 7000 visualizzazioni in poco più di 4 mesi.

Il 45% degli accessi arrivano dall’estero: in primis USA, poi Francia, Germania, UK e Polonia. Sono questi i numeri di In Apulia, il blog che racconta la Puglia ai viaggiatori, stranieri e italiani.

L’idea è del 41enne pugliese Antonio Esposto, da un anno a Brindisi dove lavora come consulente informatico per la base logistica delle Nazioni Unite.
Innamorato della sua terra, narra la Puglia della cultura, scrivendo di arte, enogastronomia, archeologia, persone, eventi e altro ancora.

Cosa ha di diverso In Apulia rispetto ad altri blog?
In Apulia è un blog scritto in inglese. Ho l’ambizione di far sì che diventi un punto di riferimento per i viaggiatori stranieri che vogliono visitare la Puglia. O per coloro i quali sono semplicemente affascinati da questo lembo di Mediterraneo, posizionato tra i Balcani e il Medio-Oriente.
L’inglese l’ho imparato in Irlanda, dove ho vissuto quattro anni, ai tempi della tigre celtica. Andai via dall’Irlanda nel 2007, poco prima che la tigre si trasformasse in un gattino. Le sicurezze del contratto a tempo indeterminato non furono sufficienti a trattenermi. Mi mancava la luce della Puglia.
La linea editoriale di In Apulia è narrare tutto ciò che colpisce la mia attenzione, la mia fantasia. Affianco e integro il testo scritto con foto che scatto con la mia Nikon reflex.
Laureato in Scienze della Comunicazione a Torino, nutro una passione profonda per il foto/video reportage. Ho iniziato a scrivere In Apulia perché volevo dare il mio contributo alla Puglia in questo momento di transizione.
Ecco, con In Apulia, vorrei instillare l’idea che la Puglia ha i propri punti di forza nell’ immenso patrimonio artistico, culturale, paesaggistico ed enogastronomico. E’ da qui che dobbiamo ripartire.
In Apulia vuole essere lo specchio della nostra identità, poliedrica, frutto di tante civiltà. La Puglia pre-romana erano i Dauni, i Peuceti ed i Messapi, i quali a loro volta erano popolazioni illiriche provenienti dai freddi Balcani. Taranto invece fu fondata dagli spartani. La Puglia dà il benvenuto a chi viene dall’altra parte del mare, perché è nel proprio DNA. Come successe a Brindisi con l’esodo dei 27.000 albanesi il 7 marzo del 1991, rifocillati ed accolti dal popolo. Brindisi fu poi insignita dall’ONU come porto d’accoglienza.
Ai giovani invece vorrei lanciare un messaggio: se potete andate all’estero, fatelo.  Imparate le lingue e scrostatevi di dosso le ruggini culturali che impediscono di esprimere il vostro pieno potenziale. Poi però tornate perché la Puglia, l’Italia ha bisogno della vostra fantasia e delle vostre esperienze.

Dalla Basilica di santa Caterina a Galatina al Mistero del Mosaico di Pantaleone di Otranto, passando per Canosa, la “piccola Roma”, così fai conoscere all’estero la multiforme identità pugliese. Cosa ti ha spinto a intraprendere la via del blogger?
Il blogger è molto più libero rispetto a un giornalista di testata, non si autocensura perché non ha un capo-redattore o un inserzionista pubblicitario cui rendere conto. Il blogger si affida al proprio istinto. Ecco perché oggi si è ritagliato una certa autorevolezza nell’ambito della comunicazione, del giornalismo. Nel mio caso, In Apulia mi prende per mano e mi conduce in situazioni inimmaginabili. Senza il mio blog, la mia vita sarebbe meno ricca di come è.
È per l’esigenza di narrare che sono partito per il Subappennino dauno, dove ho scoperto i grifoni policromi di Ascoli Satriano: la quintessenza del bello. Trafugati alla fine degli anni ’70 da tombaroli, furono acquistati dal Getty Museum di Los Angeles negli anni ‘80. Dopo vent’anni, nel 2007, gli USA restituirono i grifoni all’Italia. Ora impreziosiscono il museo di Ascoli Satriano.
Oggi chi vuol fare informazione ha, nel web, tutti gli strumenti a disposizione.

Nei tuoi “viaggi” scopri e fai scoprire luoghi, usanze, storie del tacco dello Stivale, qual è il posto che più ti ha incuriosito e che un turista di passaggio non può non visitare?
Il posto più bello è quello che non ho ancora visto. Battute a parte, credo che sul Gargano ci sia qualcosa di unico in Europa: un complesso medioevale di eremi a strapiombo nel vuoto. Son più di venti e fanno parte dell’abbazia di Pulsano. Comunicanti tra di loro, i monaci avevano predisposto vie di canalizzazione per l’acqua piovana che poi veniva raccolta in apposite cisterne. Nel “eremo mulino” macinavano il grano. Nel “eremo studion” pregavano e celebravano messa. Qui un viaggiatore può respirare pace e silenzio.

Il progetto In Apulia vuole essere anche una sfida agli amministratori pubblici, alle associazioni, un monito affinché si impegnino seriamente a internazionalizzare l’offerta culturale locale.
Dopo aver pubblicato un nuovo articolo, lo condivido con stakeholders quali amministratori pubblici, musei, librerie, agriturismi, associazioni e pro loco. L’intento è oltre che divulgare il mio lavoro, quello di stimolarli a immaginare la propria città dal punto di vista di uno straniero che viene in Puglia, appunto per conoscerla.
Ecco, vorrei stimolarli a internazionalizzare l’offerta culturale locale.


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