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Il tesoro culturale di Bari minacciato dal cemento (video)
27 Feb 2015 08:14

Custodiscono da millenni una storia di riti, culti ancestrali, religione e duro lavoro, ma rischiano di sparire, inghiottiti dal cemento di una pericolosa lottizzazione.

Sono gli ipogei di Lama Picone, a Bari, “incastrati” tra lo stadio di San Nicola e il quartiere che prende il nome proprio dalla lama su cui è stato costruito. Uno scrigno che affonda le sue radici nelle tradizioni dell’Anatolia, dove i luoghi di culto erano sottoterra anziché in superficie, in edifici difficili da proteggere.

Proprio questa natura sotterranea, però, potrebbe rappresentare la loro condanna, perché ciò che non si vede difficilmente si conosce ed è più facile da far sparire nel silenzio.

Per questo, PuntoTV ha deciso entrare in questi luoghi ancora inesplorati dalle telecamere, visitando uno degli ipogei più antichi, abitato tra il IX e il XV secolo d.C..

A guidarci,  all’interno del sito Nicola De Toma, profondo conoscitore della natura dei luoghi e difensore da sempre della loro integrità.Nelle stanze sotterranee sono evidenti i segni dell’utilizzo che, nel corso dei secoli, si è fatto dei vari ambienti. Singolari le nicchie votive, annerite quasi certamente da ceri e candele, dove con ogni probabilità erano alloggiate statue e altri oggetti sacri.

Per alcune nicchie sono addirittura ancora visibili le tracce delle pitture usate per affrescare gli ambienti, che in origine dovevano essere vivamente decorati. Alcuni canali verticali, scavati nella calcarenite, garantivano l’areazione.

Un’area di un’importanza storica inestimabile, quindi, soprattutto se si considera che a pochi metri, tra la Provinciale 110 e il raccordo Giuseppe Rossi, è stato scoperto un villaggio neolitico violato, poco tempo fa, dalle ruspe che hanno spianato il primo livello del sito, nonostante le prescrizioni della Soprintendenza.


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