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Così cadono a pezzi le case di noi terremotati (video)
17 Mar 2015 06:09

Si sono tenute nella giornata del 24 Febbraio le prove di carico all’interno di un appartamento della palazzina 19 del Progetto C.A.S.E. di Cese di Preturo.

Tali prove consistevano nel posizionamento di una vasca di gomma gonfiabile, in uno degli appartamenti, e due contenitori di grandi dimensioni su due balconi (un balcone gemello di quello crollato e un altro di tipologia strutturale diversa) al fine di sottoporre solaio e balconi ad un peso di 400 kg per mq

Il responso arrivato nella giornata del 25 Febbraio ha evidenziato il superamento della prova dato che la struttura ha retto, ma nello specifico:

– Il solaio si è deformato avendo una curvatura maggiore rispetto quella consentita

– Il balcone (gemello) ha avuto una flessione di 3 mm presentando difformità rispetto al progetto

Perché questa prova di carico?

Il 2 settembre del 2014 un balcone della palazzina interessata è crollato su quello sottostante a causa della scarsa qualità del legno facendo scattare le indagini per accertarne le responsabilità.

Al momento gli iscritti al registro degli indagati sarebbero 39, i reati contestati sono crollo colposo, truffa, frode in pubbliche forniture

A seguito di tale crollo sono stati posizionati 800 sigilli ad altrettanti balconi in legno dei vari alloggi sparsi tra le varie New Town:

4 complessi ad Arischia, 4 Cese di Preturo, 3 Collebrincioni, 3 Coppito due, 8 Sassa NSI

Infatti ulteriore problema è rappresentato dal numero di palazzine costruite dalle tre ditte campane, oggi tutte e tre dichiarate fallite:

– ITER gestione e appalti spa (capogruppo)

– SLED spa

– Vitale costruzioni spa.

Ventidue complessi realizzati al costo di 2.153.580 € per singolo palazzo, per un totale di 47.378.760 €

Questo tipo di costruzione del progetto C.a.s.e. aveva già presentato problemi in passato, nel 2012, quando in una palazzina del complesso di Collebrincioni a causa delle abbondanti infiltrazioni di acqua sono dovuti intervenire i vigili del fuoco procedendo con i puntellamenti.

La città rimane in attesa dell’avvio di un’eventuale processo ma soprattutto di un’idea e di un progetto futuro mosso dall’amministrazione locale o da chi di competenza per l’intera situazione del progetto C.a.s.e. (da maggio 2010 di proprietà del Comune di L’Aquila)

Perché i disagi e le incognite riguardo questo “miracolo italiano” continuano ad aumentare e senza un piano difficilmente si arriverà a qualche soluzione.

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