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Molto meglio essere #italiani a Cannes
25 Mag 2015 07:05

Celebrazioni sabato per la strage di Capaci. Buono il memorial dei canali Rai. Meno quello delle dichiarazioni retoriche. Norberto Bobbio 23 anni anni fa espresse la sua vergogna di essere italiano. Dal sindacato, che il premier don Matteo vorrebbe unificato come quando c’era il puzzone, mi ha colpito la dichiarazione di quello di polizia del Consap, assente alle celebrazioni palermitane che ha invitato tutti “a “chiederci, e avere il coraggio di risponderci con sincerità, se l’Italia di oggi e’ quella per cui sono morti Falcone, Borsellino e i poliziotti delle scorte. Un terzo degli appalti pubblici truccati, migliaia di evasori fiscali totali, calcio gestito dalla criminalità organizzata, campioni di irregolarità ambientali,centinaia di migliaia di lavoratori irregolari, con una disoccupazione giovanile al 40%, un sistema fiscale asfissiante . Allora preferiamo non partecipare ad alcuna iniziativa e ricordare, nel silenzio dei nostri cuori e della nostra fede, questi martiri, i nostri morti, senza unirci a passerelle mediatiche”.

Non so se sia stata tecnica mediatica ma la dichiarazione ha delle verità. Soprattutto se apprendo quello che accade alla Pasticceria Palazzolo, storica bottega di Cinisi, il paese di Peppino Impastato in provincia di Palermo. Una delle sue sedi, quella all’interno dell’aeroporto Falcone e Borsellino, rischia la chiusura dopo che il suo proprietario, Santi Palazzolo ha denunciato il pizzo chiesto da quel gran signore di Roberto Helg ( grande antimafia di facciata, ex presidente della Camera di commercio di Palermo e consigliere d’amministrazione della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto) per una mazzetta da 100 mila euro. Il giorno dopo la denuncia e l’arresto di Helg, avrebbe dovuto tenersi il consiglio di amministrazione della Gesap: nell’ordine del giorno era già stata inserita la concessione della proroga alla pasticceria Palazzolo. Adesso lo stesso Cda ha fatto sapere che il rinnovo non è possibile. E che quindi, entro il 30 settembre, il negozio dovrà chiudere. Morale della favola amara e nera come una bandiera dell’Isis: all’aeroporto Borsellino-Falcone la pasticceria sarà chiusa e 40 persone perderanno il posto per la ritorsione degli amici di un mazzettiere con le scarpe lucide e la cravatta firmata. Per chi vuole approfondire e sostenere la petizione cercate in rete #ioStoconSantiPalazzolo.

Molto meglio essere italiani a Cannes. Non mancano i farabutti tricolori sulla Croisette ma è contorno. Autori, produttori e agenzie pubbliche e private di supporto hanno creato buone condizioni per rendere il prodotto italiano internazionale e al passo con i tempi. Ottimo l’investimento promozionale del Padiglione italiano. Buoni i nostri film. Ho visto al Palais “Youth” di Sorrentino. In un’epoca che frantuma immagini riesco a trovare senso nella filmografia di questo autore. Il musicista che si ritira dalla scena, il regista che deve lasciare il suo testamento, Maradona tra incubo ed estro, la ronde degli uomini con le donne, l’incidere del tempo scuotono la nostra esistenza. So che molti non gradiscono. Forse la grande capacità di Sorrentino è proprio quella di dividere il suo pubblico nazionale diventando regista molto internazionale. Ora prepara una serie televisiva. Ne accenna nel suo ultimo film che spazia da Novalis a Mann per ricordarci come  siamo incapaci di invecchiare. Paolo confeziona i suoi film con grande bellezza postmoderna. Moretti con filologia sentimentale. Garrone con spettacolo totale. Minervini, il meno seguito dai media italiani, un documentarista  da scoprire e promuovere.

Cento anni fa entrammo anche noi nella Prima guerra mondiale. Un mio prozio era alto di statura e finì nei granatieri. Aveva lasciato la sua Concetta a casa incinta. Non vide mai il figlio Delio per una palla di cecchino che lo colse in fronte. In ogni paese italiano leggete su un monumento l’elenco di quei tanti morti. Scrisse Ungaretti in quelle trincee: “Non sono mai stato tanto attaccato alla vita”.


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