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I #beniculturali d’ora in poi saranno tutelati (solo) a tempo
21 Lug 2015 08:40

«Italia Nostra contesta nel modo più fermo il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi presso le Soprintendenze, contenuto nell’art.3 del disegno di legge delega Madia, approvato alla Camera e contro il quale il Consiglio nazionale del Ministero dei Beni Culturali e i vertici politici del Ministero si sono espressi autorevolmente con condivisione dello stesso ministro Franceschini»«Una previsione, l’approvazione del DDL, che aveva già provocato una levata di scudi di Italia Nostra insieme a tutte le Associazioni di tutela e dell’intero mondo culturale».

«Non si comprende – continua Parini come in un Governo che appare coeso, possa accadere che in seno alla legge delega del Ministro Madia sulla semplificazione dei procedimenti amministrativi e dell’organizzazione della “macchina dello Stato”, si proceda approvando contenuti contestati dal Ministero competente. Si tratta dell’art.3 con il quale si introduce il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi delle Soprintendenze, i cui uffici, dotati di poco personale con funzione tecnico-scientifica, dovranno esaminare e provvedere alle migliaia di istanze per autorizzazioni entro 90 giorni per i quali, in difetto, interverrà il silenzio assenso. Una palese violazione dei principi volti alla tutela del nostro patrimonio storico-artistico e paesaggistico sanciti dall’art.9 della Costituzione e dall’obbligo della funzione di tutela contenuto nell’art.117 della stessa Costituzione. Una “tutela a tempo” per un patrimonio unico al mondo».

«Ove il percorso della legge delega, che peraltro contiene l’incredibile progetto di sciogliere il Corpo Forestale dello Stato assimilandolo genericamente al corpo dell’Arma dei Carabinieri, giunga ad approvazione, – conclude il Presidente di Italia Nostra – chiediamo sin da ora che il Governo, in sintonia con il Ministero competente, non faccia uso di questa delega superficialmente concessa dal Parlamento, non introducendo il silenzio assenso in un decreto legislativo, ma ottemperando alle ragionevoli richieste di celerità di esame delle domande di autorizzazione pervenute alle Soprintendenze assumendo architetti, storici dell’arte, archeologi, archivisti la cui presenza per pensionamenti e mancato turn over è ormai ridotta ai minimi termini».


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