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La raccolta #differenziata indecente di #Bari
11 Lug 2015 07:50

Sulla gestione dei rifiuti urbani di Bari si potrebbe scrivere un libro. L’ideale sarebbe un’inchiesta collettiva, a più mani, fatta da più giornalisti competenti in materia, da più tecnici e da più cittadini, in modo innovativo. Per solo amore di questa città. Probabilmente resterà un sogno.

La realtà, invece, è che il capoluogo della Regione Puglia, indicata da alcune delle più autorevoli riviste internazionali come la più bella del mondo, nel 2015, ha un sistema di raccolta differenziata assolutamente indecente. Economicamente oneroso e svantaggioso sia per il Comune sia per i cittadini, ossia per quelli in nome die quali si dovrebbe amministrare la “cosa pubblica” con onore e disciplina (se proprio volessimo scomodare l’art. 54 della Costituzione). Per non dire dei disastri ambientali prodotti o non limitati o combattuti in questi ultimi anni dalle Amministrazioni locali (e regionali).

Solo un paio di settimane fa, Legambiente ha collocato la nostra regione e la nostra provincia al primo posto in Italia per infrazioni ambientali, nell’annuale rapporto Ecomafia. E quali sono i principali “core business” degli imprenditori criminali? I rifiuti e il cemento. E come hanno risposto i politici a questo rapporto gravissimo e molto preoccupante? Col silenzio. Una politica corresponsabile e innamorata del proprio popolo avrebbe chiesto, prima di tutto e umilmente, Scusa. La politica, invece, usa la comunicazione per creare confusione.

Quando noi abbiamo bisogno di verità. E avremmo bisogno che i giornalisti (e a Bari ne abbiamo anche di bravissimi, perché non è vero che sono tutti uguali, nel peggio!), soprattutto quelli che hanno il privilegio e la possibilità di scrivere tutti i giorni sui nostri preziosi quotidiani, iniziassero a studiare meglio certe tematiche fino ad oggi un po’ trascurate per poter fare domande sempre più accurate e precise.

Tipo: il Conai, nel siglare il protocollo d’intesa con il Comune di Bari, oltre al prestigio mediatico, economicamente, cosa ci guadagna? Il Conai, che si occupa di imballaggi, con il suo Piano favorirà la nascita sul territorio di cooperative che possano lavorare sul riuso e sul riciclo dei materiali? Creando, in pratica, anche da noi quell’economia circolare oggi unica possibilità per rilanciare occupazione e progresso? Fino ad oggi, Bari ha fatto ottime performance per la raccolta di carta e cartone: che fine fa questo materiale pregiato? E perché poco si è fatto sul vetro o sull’alluminio?

Possibile, poi, che debba sviluppare una progettualità, in modo poco chiaro, il Conai e non l’Amiu, ossia la municipalizzata comunale, che sembra rispondere direttamente al Sindaco e non all’Assessore delegato?

I cittadini baresi sanno che l’Amiu ha un bilancio in attivo e un utile netto di oltre un milione e mezzo di euro che dovrebbe essere impiegato per migliorare il servizio che, invece, non viene impiegato? I cittadini sanno che dovrebbe essere pronto da anni l’impianto di compostaggio e di digestione anaerobica e che se tutto va bene sarà pronto solo l’anno prossimo, con questi ritardi che favoriscono i proprietari delle discariche?

I cittadini sanno che oggi il Comune di Bari, anche per la chiusura e il sequestro di molte discariche, paga centinaia di migliaia di euro, che potrebbero essere risparmiati, per il conferimento e smaltimento in questi siti spesso criminogeni di tonnellate di rifiuti indifferenziati, per l’ottusità con la quale questa Amministrazione, come la precedente, non sposa la filosofia del “porta a porta” estesa immediatamente a tutta la città? Strategia che si rivela vincente “win-win” per Comune e cittadini ovunque venga applicata con criterio, buonsenso, lungimiranza, programmazione e visione?

I cittadini sanno, inoltre, che la famosa tassa sui rifiuti potrebbero non pagarla (e, infatti, un terzo già non la paga, ma questo avviene in modo illegale, producendo un’evasione fiscale da quasi 100 milioni di euro) o addirittura vedersela profondamente ridotta, in un’ottica di giustizia sociale, se fosse attivato in città il sistema della tariffazione puntuale che, attraverso la tecnologia, consentirebbe di diagnosticare l’effettiva produzione pro-capite di rifiuti indifferenziati prodotti? Lo capiamo che l’unica possibilità per creare benessere ambientale, culturale, sociale ed economico per tutti dai rifiuti, che sono una grandissima risorsa, è una vera, moderna, efficiente, ecologica, raccolta differenziata spinta porta a porta, secondo un’organizzazione trasparente?

E che tutto questo è possibile averlo anche a Bari, perché non mancano né il know-how né le possibilità economiche, ma solo la volontà e il coraggio di credere maggiormente in noi stessi, di osare e di investire nel futuro?


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