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“Caro #papà, l’amore per la #terra me lo hai donato tu”
26 Set 2015 09:42

Caro papà,
non so se leggerai mai quello che sto per scriverti, non so se ne avrai la forza dopo una lunga giornata di lavoro, ma scrivere in fondo è come tirare un solco e tu ne hai tirati tanti nella tua vita, tutti belli dritti, meglio di qualsiasi trattore guidato da un Gps.

Ti ho osservato molte volte mentre zappavi e la tua bravura nell’accarezzare la pianta con un attrezzo che a tutto serve tranne che a quello mi ha sempre affascinato. Ti scrivo per dirti che so di non essere un figlio perfetto, anzi ho fatto dell’imperfezione il mio giorno, non mi sono mai laureato, non sono mai stato a casa, sempre in giro per vedere una fiera, per ascoltare conferenze per vedere una novità, per inseguire dei sogni che tu ritenevi bisogni, capricci di una gioventù diversa dalla tua.

Mi sono anche licenziato da un posto di lavoro a tempo indeterminato, dove mi occupavo di pianificare gli addestramenti con gli elicotteri, l’ho fatto nella crisi e so di averti dato un grosso dispiacere.Ho motivato la mia scelta dicendoti dei miei sogni, del mio incontro con don Michele che a 93 anni mi chiedeva di scaricargli libri sul tablet , o che assecondava le mie proposte folli, come la messa nel vigneto o le serate nei pub a parlare a centinaia di giovani, ma tu hai giustamente pensato ai miei soldi che non sarebbero più arrivati una volta al mese.

Mai un punto di vista in comune, tutto differente, più viaggiavo e più mi allontanavo dalle tue idee, più studiavo e più mi avvicinavo a quella terra che tu e mamma mi chiedevate di lasciare: “E’ un lavoro troppo sacrificato mi avete sempre detto, e che diranno le persone se sentono che fai l’agricoltore? Nessuna ragazza si avvicinerà a te, trovati un posto così potrai sposarti, avere dei figli ed essere felice.”

Bello e giusto il voler il mio bene, d’altronde voi agricoltori cosa avete ricevuto da questa terra dopo tanti sacrifici? Vi hanno spinto a produrre di più affinché poteste stare insieme di meno, a produrre prodotti freschi affinché deperisse la vostra dignità a causa di prezzi troppo bassi e di tempi troppo stretti, quante volte ho visto arrivare l’intermediario di turno, guardarti dalla testa ai piedi dopo essere sceso da un fuoristrada nuovo di zecca e dove l’unico timore che aveva era quello di sporcare le sue scarpe firmate? Quante volte ho visto i tuoi occhi diventare lucidi perché ti veniva proposto un prezzo troppo basso che faceva male più di tante frustate e che non dava dignità a quelle mani piene di piaghe e a quei giorni spesi nel fare ciò che amavi?

Quante volte mi hai detto, vai via finché sei in tempo, ma più mi allontanavi e più io ritrovavo me stesso e la mia vocazione in questa terra. Tu volevi il mio bene, io voglio il tuo e che ti sia ridata dignità, solo così il mio e il tuo passaggio su questa terra avranno un senso.

Voglio dirti che nonostante ci incontriamo su poche cose io ho da ringraziarti per molto, quando penso ai traguardi che la vita mi ha donato mi vieni in mente tu, tu che hai studiato all’Università della vita e dato esami come sacrificio, povertà e perseveranza. Sono esami che ti hanno permesso di laurearti nell’amore per il tuo lavoro e per tutti noi. Sai quando ero bambino mi vergognavo quando mi chiedevano che lavoro facessi, ma oggi voglio dire al mondo che il tuo è uno dei lavori più grandi che ci siano, quello che ho imparato in agricoltura lo devo a te, forse non saprò ancora accarezzare una pianta come fai tu, ma stai certo che ho imparato ad amarla.

Spero che un giorno amerai anche tu il mio sogno, si chiama VaZapp e forse inconsapevolmente me lo hai donato tu. Mentre ti osservavo nasceva dentro me il sogno di vedere tanti giovani che si innamorano della terra, stando insieme in una serra dove invece di coltivare piante si coltivano relazioni, e tutti insieme essere felici perché finalmente è stato dato loro ascolto e dignità.

Ti voglio un bene di un amore agricolo.

Vazapp ha aperto una petizione su Change.org – già firmata da oltre 35mila persone – che chiede al governo italiano misure efficaci per contrastare lo sfruttamento della manodopera agricola e ridare dignità al lavoro del coltivatore diretto. La petizione è QUI.


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