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Bruciata l’auto del presidente della #CommissioneAntimafia della #Calabria. Escalation criminale di stampo mafioso
18 Gen 2016 09:02

Abbiamo raccontato in questi giorni su Resto al Sud, la vicenda delle ragazze di Locri, del calcio a 5. Vicenda di minacce poi risoltasi con una grande ondata di sdegno tramutatasi in solidarietà. Ora le ragazze proseguono il campionato.

Ma per la Calabria non sono momenti facili, nonostante sia una regione abituata patire una continua tensione, dovuta alla presenza storica di una forte organizzazione criminale.

Ogni atto criminale che travalica l’ordinarietà (ci si permetta la locuzione), provoca una preoccupazione particolare.

È’ stata bruciata l’auto di un consigliere regionale, Arturo Bova, militante nelle fila del PD. Un episodio che ha fatto accendere i riflettori a Forze dell’ordine, politica e società civile.

Non è un atto da essere derubricato nella categoria del vandalismo, ovvero nell’ordinarietà dei reati di cui si parlava. Tra l’altro al consigliere Bova era stata bruciata un’altra auto in aprile.

Ad inquietare maggiormente è la circostanza che Bova è il Presidente della Commissione Antimafia Regionale.

Le indagini ovviemante non escludono alcuna pista. Bova è anche un avvocato penalista, ma il gesto ha fatto reagire tutti le parti in causa della classe dirigente.

Attestatisi di solidarietà sono giunti dal presidente della regione Mario Oliverio, che ha espresso la sua vicinanza ed ha avuto un colloquio telefonico con il prefetto di Catanzaro Luisa Latella.

Oliverio ha dichiarato: “Due gravi episodi nel giro di pochi mesi nei confronti del consigliere Bova, sono atti gravissimi di chiaro stampo criminale mafioso. Siamo in presenza di una escalation di iniziative criminali nei confronti di rappresentanti istituzionali e amministratori locali che non può essere sottovalutata e che richiede una riflessione adeguata al fine di attivare iniziative urgenti ed efficaci di contrasto delle forze criminali.”

Solidarietà a Bova sono state espresse dal PD, dalla CGIL, dal presidente del Consiglio Regionale, dal presidente di Confindustria, quello della Coldiretti, dai colleghi consiglieri e dai sindaci di numerosi comuni. Come si diceva all’inizio del pezzo, tutta la Calabria ha reagito condannando un atto che preoccupa.


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