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Le mie idee su #Cosenza
15 Gen 2016 08:25

Cosenza non è una città qualsiasi nel panorama sociale, economico e politico della Calabria ed anche del Mezzogiorno. Da sempre questa città ha avuto, ed ha, un peso “politico” particolare dovuto alla sua autorevolezza civica e questo rende il prossimo appuntamento elettorale per il rinnovo del consiglio comunale ancora più importante. Non mi dilungherò circa il giudizio sugli anni di amministrazione del centrodestra.

Credo che i cittadini cosentini abbiano in autonomia già maturato, da tempo, il proprio giudizio. Quello che dal mio punto di vista è più importante è, invece, quello di cercare di offrire una alternativa all’elettorato. Una alternativa vera, percepita, in grado di raccogliere ciò che carsicamente si muove nella nostra città.

Purtroppo, non nascondo il ritardo e le difficoltà del nostro partito. Ci sono scorie accumulatesi nel corso degli anni e che hanno origini lontane. Ci sono lentezze e riflessi appannati spesso dovuti ad egoismi e protagonismi inopportuni che risultano fortemente “respingenti” per buona parte della opinione pubblica e della società civile. Non è certo campanilismo evidenziare come Cosenza sia di fatto una “capitale” della nostra regione. A testimoniarlo sono i fermenti giovanili, un associazionismo sempre più presente, i talenti che si affermano, troppe volte lontano da qui, e quel capitale umano su cui la politica dovrebbe investire di più aprendosi e non chiudendosi come spesso accade.

Anche il nostro partito da troppo tempo ha posato sul tavolo lo stetoscopio e non ha ascoltato con attenzione il battito di una città che ha cuore e coraggio. Donne e uomini di questa città chiedono un cambio di passo e c’è in questo momento storico un campo molto vasto in attesa di una proposta di governo della città che si deve inserire tra un presente assolutamente inadeguato e un populismo distruttivo, quale quello dei 5 stelle, che non appartiene alla storia civica di Cosenza.

Siamo assolutamente in tempo per avanzare una proposta che partendo da questa consapevolezza sia in grado di parlare alla città. E prima delle risorse e di ogni altra variabile strettamente politica c’è da recuperare l’orgoglio di una appartenenza. C’è un valore aggiunto nel dire “sono di Cosenza”. Oggi un progetto politico che intende parlare alla comunità cosentina deve avere la capacità di prospettare una nuova “visione”.

Va aperto un dialogo con la città coinvolgendo anche i cosentini che vivono fuori. Qualche tempo fa su Facebook è apparso un gruppo “sei di Cosenza se” e ho letto tantissime cose interessanti di cosentini che ricordavano la città com’era e che offrivano tanti spunti interessanti per la città che può essere. Abbiamo tanti professionisti e onesti lavoratori che danno onore alla nostra città in luoghi lontani. Io vorrei partire da loro. Cosenza è la città di uno dei più significativi centri storici del Paese. E’ terribile assistere al suo, nel vero senso della parola, sbriciolarsi. Il suo recupero è fondamentale per il futuro della città.

Abbiamo un Duomo dichiarato patrimonio Unesco e abbiamo visto cosa ha significato per la non lontana Matera puntare sul suo patrimonio culturale. Dobbiamo essere in grado di collegarci all’evento di Matera 2019, capitale della cultura europea, per attivare sinergie finalizzate a recuperare e valorizzare questo patrimonio purtroppo inabissatosi nel degrado e nella incuria.

Occorre che la città rinsaldi il suo rapporto con l’Università, che si apra al territorio di una delle province più vaste dell’intera Italia. Che si riappropri dell’eccellenza del suo Ospedale, che parli un linguaggio sociale che si faccia carico degli ultimi senza creare coorti di disperati spesso usati come scudi umani nelle dinamiche politiche. C’è disagio, ci sono segmenti di indigenza che non si palesano neppure a chi sta in frontiera su questi temi. I processi di spending review hanno segnato la nostra città, me ne rendo assolutamente conto, e continuano ad avere ripercussioni negative.

La mancanza di lavoro, le dipendenze, dall’alcol al gioco, la pervasività di fenomeni criminali, sono tutti fenomeni che conosciamo e che necessitano di una risposta politica che però non può prescindere dal coinvolgimento di operatori e associazioni. Parlare alle marginalità deve essere la cifra della proposta politica che dobbiamo offrire alla nostra comunità. E’ l’unico modo per disinnescare quel “risentimento” sempre più profondo nei confronti delle istituzioni. Si è diffusa, con dovuta ragione, la percezione di un “disinteresse” della cosa pubblica verso le difficoltà delle persone e la debolezza di partiti e sindacati hanno accresciuto questo “risentimento”.

Siamo chiamati ad un grande e non semplice lavoro. Da piccola ricordo andando a vedere le partite del Cosenza mi colpiva la forza dell’urlo dello stadio “Lupi-Lupi”. La nostra proposta politica deve avere quella determinazione, quella voglia di riscatto per restituire alla città di Cosenza quel ruolo di “capitale” che da sempre la storia le ha attribuito. Non servono formule alchemiche o esperimenti da laboratorio in termini di alleanze o di schemi, e anche per quanto riguarda le liste basta con la solita domanda “quanti voti porta”.

Serve una selezione delle proposte e delle idee. E’ un tempo diverso, e prima dei nomi viene la necessità, da parte della politica e soprattutto del nostro Partito, di riprendere quello stetoscopio e tornare ad ascoltare il battito del cuore di Cosenza e dei cosentini. Solo così saremo in grado di offrire un governo vero alla città.


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