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#Terremoto del #Belice. Le celebrazioni del 48° anno e le parole del coordinatore dei sindaci
17 Gen 2016 08:25

Sono passati quarantotto anni dal terremoto del Belice. Uno di quegli eventi disastrosi della natura, che sono rimasti incisi nella storia recente del nostro paese.

Come il terremoto del Friuli, quello dell’Irpinia, quello dell’Aquila.

Esso uccise 231 persone, ma c’è chi stima di più. Sicuramente avrebbe fatto molte più vittime se non si fossero avute cinque forti scosse. All’ultima, la più distruttiva, del 15 gennaio del 1968, gli abitanti di Gibellina, Montevago, Menfi, Partanna, Salaparuta, Santa Margherita del Belice, Santa Ninfa, Poggioreale, Salemi, erano tutti in all’aperto.

Il sisma fu così violento che in alcuni paesi rimasero in piedi solo alcuni muri di case.

Dopo quasi mezzo secolo si è proceduto a manifestazioni per ricordare le vittime. Esse si sono svolte nei vari paesi.

Ed in tale circostanza è intervenuto il coordinatore dei sindaci del Belice, Niccolò Catania, primo cittadino di Partanna.

“Anche questo 48° anniversario del sisma del Belice, viene celebrato in un clima di forte e vibrata protesta generale, nonostante piccoli passi avanti si registrano dal punto di vista finanziario, che riguardano sblocchi e procedure degli anni precedenti.”

Catania nel suo intervento tiene a precisare la lunghezza della ricostruzione del Belice e che essa “è ancora un capitolo aperto, mancando 150 milioni di euro per opere pubbliche e 230 per l’edilizia privata.”


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