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Abusi e abusi
28 Mag 2016 08:35

È interessante notare come la società civile tende a fare rientrare dalla finestra idee e comportamenti precedentemente cacciati dalla porta. È interessante e fortemente inquietante. Lunedì sera, nella nostra parrocchia, al “Parco verde” in Caivano, don Fortunato Di Noto, sacerdote e fondatore dell’associazione Meter, da 25 anni impegnato nella lotta agli abusi e alla pedofilia, ha tenuto, in una chiesa gremita all’inverosimile, una magistrale lezione sugli abusi sui bambini.

Chi si aspettava che don Fortunato si lanciasse subito a parlare degli abusi sessuali si è dovuta ricredere. I bambini, purtroppo, vengono abusati in tanti modi. Di Noto ci ha parlato innanzitutto dei diritti dei bambini. Diritti inalienabili, sui quali mai nessun adulto deve permettersi di mettere le mani. Il solo pensarlo è già un abuso. I bambini possono essere abusati fisicamente, psicologicamente, affettivamente. Sessualmente. Non deve accadere.

Tra i mille diritti dei bambini, il primo, è quello ad avere un padre e una madre e, per quanto possibile, rimanere con loro. I bambini – che non dimentichiamo saranno gli adulti di domani – hanno il diritto di sapere di chi sono figli. Quale è la loro storia. Chi sono i loro parenti. Insomma hanno diritto a non essere strappati dalle proprie radici. Questa verità, evidente e inconfutabile, oggi è messa in discussione da qualcuno.

“L’utero in affitto” è innanzitutto un sopruso sul nascituro. Naturalmente a favore dell’ adulto. È incredibile come a riguardo, lentamente, con i dovuti imbrogli linguistici, si avanzano, anche in Italia, ipotesi di legalizzare la possibilità di far fare figli per altri. Le stesse persone che, grazie a Dio, inorridiscono al pensiero che qualcuno possa vendere il proprio bambino ad altri, accolgono l’ipotesi dell’ utero in affitto. Stessa considerazione per la donna. Dopo secoli di maltrattamenti e sottomissioni, finalmente la donna è riuscita, almeno nei paesi cosiddetti civili e sviluppati, ad avere riconosciuto il suo ruolo nella società. Ruolo di persona in niente e per niente inferiore o sottomesso a quello del maschio.

Naturalmente non tutti i maschi hanno fatto salti di gioia. Prova ne è l’ altissimo numero di femminicidi che ancora si registra nel nostro Paese. Amori malati? Storie maledette? No, solo incapacità di tanti maschi di gestire un rapporto alla pari. Incapacità di mettersi in discussione. Incapacità di considerare la vita dell’altra importante e preziosa quanto la propria. Le emozioni vanno gestite. Con raziocinio e umiltà. In caso contrario si può rimanere succube e vittima delle emozioni. E fare tanto male. E arrivare a uccidere psicologicamente o fisicamente la donna che rifiuta di rimanere sottomessa.

Occorre avere idee chiare sulle quali costruire l’edificio della vita. Una di queste è la convinzione che un figlio non è mai un diritto. Non è mai una cosa. Non è mai completamente tuo. Un figlio è un dono che si accoglie. Certo, si può esercitare la genitorialità in mille modi. Adottare un bambino è un atto nobilissimo. A patto, però, che quel bimbo versi in una condizione di solitudine, di abbandono, di necessità. Insomma, si va incontro a un bambino per aiutarlo, non per essere aiutati. Si aprono le braccia a un orfano, o un bambino abbandonato per dargli una mamma e un papà, non si generano orfani per soddisfare la sete di genitorialità.

E poiché non c’è mai un dare senza un ricevere, il bambino, a sua volta, amerà i genitori adottivi. E proverà per essi una gratitudine immensa. Niente di tutta questa nobiltà di animo e di cuore è presente nella terribile pratica dell’ utero in affitto. Al contrario. Il cardinale Bagnasco, a proposito ha detto: «La pratica dell’utero in affitto, sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà». Vero. Vero e imbarazzante. Vero e mortificante. Per tutti.

Penso che nessuna donna al mondo sia disposta ad accettare la fatica di una gravidanza e mettere a rischio la sua vita, per poi separasi per sempre dalla sua creatura, se non fosse spinta dalla necessità. Ma anche se fosse, anche se ci fossero donne tanto altruiste e generose da farlo per pura filantropia, nemmeno sarebbe loro consentito. A nessuno, infatti, è consentito prestare, vendere o donare ciò che non è suo. E un figlio non è proprietà privata di nessuno. Il neonato ha solo diritti e nessun dovere. Ed è suo inalienabile diritto rimanere con chi lo ha messo al mondo e non essere ceduto. Non facciamo violenza sui bambini. Mai. In nessun modo.


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