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Buon compleanno, Paz
30 Mag 2016 08:35

Se non fosse prematuramente scomparso, Andrea Pazienza avrebbe festeggiato il 23 maggio il suo sessantesimo compleanno. Artista straordinario, ha raccontato un’epoca attraverso le sue vignette ed i suoi fumetti.

E’ stato probabilmente l’artista italiano più celebrato del secolo scorso. Era nato il 23 maggio 1956 a San Benedetto del Tronto, ha vissuto la sua infanzia e la giovinezza tra San Severo e il Gargano.

La sua terra lo ricorda con la mostra collettiva Buon compleanno Paz, che resterà aperta fino al 16 ottobre prossimo al MAT (Museo dell’Alto Tavoliere) a San Severo: una collettiva con sessanta autori di fumetti, vignette e illustrazioni di rilievo nazionale e internazionale, ognuno dei quali renderà il suo personale regalo disegnato.

Sessanta autori come gli anni che avrebbe compiuto Pazienza. Autori del calibro di Milo Manara, Vittorio Giardino, Sergio Staino, Silver, Lele Vianello, Vincino, Max Frezzato, Stefano Disegni, Makkox, Sebastiano Vilella e tanti altri.

Lo ricordiamo con una raccolta di collegamenti interni ed esterni al blog. Buona lettura.

Strano paese
Un inedito di Andrea Pazienza diventa una struggente canzone, per realizzare il sogno della masseria didattica Antonio Facenna. Il testo della poesia, il video della canzone.

Il Gargano come poesia e come epica
Le vite parallele di Andrea Pazienza e di Antonio Facenna, l’allevatore morto nell’alluvione che ha sconvolto il Gargano nel 2014.

Peschici a misura di PAZ
Un articolo di Teresa Maria Rauzino su una serie di fotografie scattate da Gino Nardella che ritraggono Pazienza a Peschici e che diventarono la base di una mostra itinerante.

Perché Andrea Pazienza è ancora attuale
“I personaggi di Andrea Pazienza sono universali, immediatamente riconoscibili. Fanno parte del bagaglio di esperienze che segnano l’adolescenza e la giovinezza.” Un belle articolo di Alberto Grandi, pubblicato su Penne Matte e su Wired.It

Il commosso ricordo di Roberto Vecchioni
Pazienza disegnò diverse copertine dei dischi di Roberto Vecchioni, che in una bella testimonianza all’Ansa, lo ricorda così: “Faceva sempre di testa sua”


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