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Nel nome di Max continueremo a batterci per una legge civile sull’eutanasia
02 Ago 2016 08:45

Ho conosciuto Massimo Max Fanelli il 25 di maggio e gli sarò grato per sempre per le tante cose che ho imparato da lui nel poco tempo che abbiamo trascorso insieme. Ciao, Max.

La morte di Max Fanelli, l’operatore umanitario colpito da Sclerosi Laterale Amiotrofica che si è battuto in modo eroico per una legge sul fine vita rispettosa della libertà e dei diritti degli individui, deve indurci a moltiplicare sforzi ed impegno.

Il destino ha avuto per Max la pietà che i suoi simili e le istituzioni democratiche in cui credeva gli hanno negato.

Egli stesso si è negato la possibilità di porre fine alle sue sofferenze recandosi all’estero perché, come mi disse, aggirare le leggi ingiuste significa contribuire all’imbarbarimento della società.

E’ nostro compito e nostro dovere tenere vivo il suo esempio per fare dell’Italia, anche in questo campo, un Paese più civile e più giusto.

Esprimo a Monica, sua moglie e suo sostegno prezioso ed insostituibile, la mia vicinanza e il mio cordoglio. Ciao, Max. Grazie”


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