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Le ceramiche Raku di Simone Zaccarella al Museo Fondazione Crocetti di Roma
04 Dic 2016 18:10

img_7227Il viaggio è per Simone Zaccarella un’esigenza, un necessario input per poter lavorare all’elaborazione e alla realizzazione di opere in pittura e in ceramica. Un duplice filone creativo  caratterizza il suo stare nel mondo dell’Arte con uno specifico stile e con una precisa motivazione/filosofia o pensiero. Allora il viaggio. E’ quello fisico dell’andare in luoghi lontani e diversi culturalmente e paesaggisticamente: il Giappone (paese da cui si origina la tecnica raku, scelta per i lavori in ceramica), l’Australia, la Germania, la Spagna, la Polonia, il Marocco,  la Turchia, la Svezia, ma è anche quello intellettivo e di ricerca che avviene nel cosmo interiore dell’artista analizzando e cercando i perché arcani, nascosti nei misteri dell’universo.

Una continua attività espressiva accompagna il suo iter creativo  che lo porta a rielaborare temi amati, i luoghi del mondo e la loro interiore energia che dialoga con quella stessa del ceramista/pittore in un incessante procedere che è di pari passo precisazione e conoscenza ulteriore. In questa mostra collettiva dal nome L’espressionismo nell’arte curata dal professor Giorgio Palumbi, inaugurata il 3 dicembre al Museo Fondazione Crocetti di Roma, l’artista espone  opere in ceramica nelle quali la  geometria predominante di linee circolari, concentriche, di ellittiche che si intersecano,i  colori scelti, la forma voluta sono mezzo di espressività che rendono riconoscibili i suoi lavori.

Microcosmo/macrocosmo, caos/ordine, complessità/semplificazione, visione/concretezza, assonanze/dissonanze sono gli ossimori tramite i quali Simone Zaccarella esprime la sua creativa analisi e decifrazione di armonia/bellezza che diviene il miraggio stesso della ricerca perché non sia mai completamente raggiunto o conquistato ma esso stesso diventa mezzo per ampliare/arricchire lo spirito che vuol abbracciare e com-prendere il più possibile il cosmo.

E se il viaggio è il momento indispensabile, l’incipit che dà il via all’ispirazione, è poi il ritorno in terra di Molise il luogo della rielaborazione creativa tra paesaggi solitari e silenziosi carichi di storie, di segni antichi e di borghi con castelli arroccati su colli dove, per dirla con parole di David Lawrence, “la bellezza riveste ogni cosa”.

 

 


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