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La città che visse varie volte viene restituita alla bellezza
14 Feb 2017 08:37

L’antica Sibari fu costruita dai greci sui resti della Sibartite, centro della civiltà degli Enotri.

Ma nella guerra del 510 a.C. venne distrutta da Crotone, i cui soldati deviarono anche il corso del fiume Crati, per non lasciarne più traccia.

I superstiti rimpatriarono in Grecia per ritornare mezzo secolo dopo così da rifondarla.

Il tempo passa, la città decade e Sibari viene rifondata nel 194 a.C. come colonia romana.

Si chiamò Thurii.

Nel medioevo si era persa ogni traccia. Il tempo l’aveva consunta.

Ecco che nel 1932 vennero individuati i suoi resti e iniziarono i primi scavi che andarono avanti e nel 1969 divennero di una certa rilevanza.

Ma la sorte della città deve essere segnata da un maleficio.

Nel 2013 20.000 metri cubi di acqua, dovuti dall’esondazione del Crati, il fiume che accompagna la sua storia, la sommergono. E così finiscono sotto il fango: la necropoli, il cortile, le terme e le ville romane.

Tutta la storia del posto viene di nuovo cancellata.

Ma i lavori di recupero partono con veemenza. Vengono investiti 18 milioni di euro. E dopo qualche anno di lavoro ecco che, in questi giorni, gli scavi vengono restituiti ai visitatori.

Il sottosegretario al Micbat, Diorina Bianchi, ha dichiarato: “Il sito è unico. Sono orgogliosa che viene restituito ai turisti di tutto il mondo”.


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