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“Maltese – Il romanzo del commissario”. Intervista al regista Gianluca Tavarelli
16 Mag 2017 07:00

Questa sera c’è l’ultima puntata di “Maltese – Il Romanzo del Commissario”, la fiction poliziesca di Rai 1 che sta tenendo incollati milioni di telespettatori,  ambientata nella Trapani degli Anni ’70  prodotta da Palomar, scritta da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli e diretta da Gianluca Tavarelli; quest’ultimo gentilmente ci ha concesso un’intervista.  La storia ruota intorno al commissario Dario Maltese , interpretato da un bravissimo Kim Rossi Stuart che lotta per combattere contro un’organizzazione di cui si sa poco o nulla.

Indagini, intrighi e importanti rivelazioni! Non ci resta che seguire quest’ultima puntata!

Da lunedì 8 maggio stiamo vedendo “Maltese – Il romanzo del commissario”. Perché fare questa fiction?     

E’ una storia di genere, una storia crime in cui un commissario nella Trapani degli anni ’70 indaga sia su una parte del suo passato sia su una vicissitudine pubblica, il tutto va ad intrecciarsi con vicende realmente accadute. Abbiamo cercato di coniugare da un lato l’invenzione di una storia che vi viene raccontata con personaggi frutto della nostra fantasia e dall’altro indagini con personaggi realmente esistiti. Abbiamo cercato di unire il racconto civile con un racconto di intrattenimento, sposandolo con una regia molto moderna, con musica elettronica, dando vita a una serie tv  più contemporanea rispetto alle fiction alle quali siamo abituati a vedere in prima serata. E’ una grande scommessa che per noi è molto importante vincere!

Il protagonista di questa serie tv è il commissario Maltese. Ci racconti meglio di lui?

Dario Maltese è un trapanese che è costretto a lasciare la sua città quando aveva 16 anni per un lutto che colpisce la sua famiglia, non riesce a superare la perdita di suo padre, commissario a Trapani negli anni ’50. Maltese si trasferisce così a Roma, città che gli permette di entrare in polizia e di diventare a sua volta commissario. In occasione del matrimonio di un caro amico, Gianni Peralta, anch’egli commissario, Maltese torna nella sua terra natìa. Dario è un uomo tormentato perché vive una vicenda personale molto complicata; la moglie l’ha lasciato e vive in America con la figlia. Dario vive infatti quel senso di frustrazione che ogni uomo prova quando c’è una separazione. Inoltre non riesce a superare il suicidio del padre, è ossessionato dai sensi di colpa e da tutto quello che consegue da una morte violenta. Maltese è alla ricerca di una liberazione che lo porterebbe alla rinascita della felicità.

A vestire i suoi panni troviamo un bravissimo Kim Rossi Stuart. Per quali motivi ha scelto proprio lui?

Avevamo già pensato a Kim per questo progetto televisivo; il produttore Carlo Degli Esposti aveva l’idea di far nascere una storia che in qualche modo si rifacesse a La Piovra e il suo sogno era proprio quello di far ricorprire il ruolo principale proprio Kim, un attore straordinario, forse l’unico interprete che potesse raccogliere quell’eredità.

La fiction è ambientata alla fine degli anni ’70. Cos’erano per te quegli anni?

Credo ci sia qualcosa di diverso ma anche qualcosa di uguale, perché quell’Italia di quegli anni non è poi così diversa di quella di questi ultimi anni, per esempio l’impotenza di riuscire a sconfiggere le organizzazioni malavitose che hanno alte protezioni. Diversa però è l’epoca, perché erano anni di sogni e di speranze in cui si credeva davvero di poter cambiare le cose.

Lo sfondo è la Sicilia, Trapani in particolare. Cosa rappresenta questa città per te?

Trapani è davvero meravigliosa! Devo ammettere che non la conoscevo; la prima volta che l’ho vissuta è stata proprio in merito a questa fiction che ero in procinto di girare. E’ davvero  una città incantevole e che rimane sempre nei pensieri; è una lingua di terra in mezzo al mare, anche molto difficile, ventosa e anche discretamente fredda in alcuni periodi dell’anno. E’ una città che ha colpito  tutti e che è rimasta nel cuore.

In questa serie tv emerge l’eterna lotta tra il bene e il male. Oggi, secondo te, chi ha la meglio? Perché? 

Mi sembra che abbia sempre qualche vantaggio purtroppo il male; gli interessi economici diventano sempre più grandi e questo non fa altro che favorire una progressiva avanzata del male. Ci sono fortunatamente persone che hanno una molla interna e misteriosa che le spinge poi a combattere per l’onestà.

Si parla di mafia e malaffare, tematiche molto presenti nel nostro Paese. Cos’è per te la criminalità organizzata? Un modo per combatterla?

Credo che l’unico modo per sconfiggere le mafie sia quello di applicare le leggi, sempre e comunque, evitando le collusioni, cioè che frange della criminalità organizzata non fossero protette da frange della politica. Se quest’ultima facesse il suo lavoro, sarebbe già un grande passo avanti. Se ognuno di voi facesse il proprio dovere ogni giorno, probabilmente non ci sarebbero morti ammazzati di continuo a farci costantemente da monito per quanto accade.

Cosa vorresti arrivasse al pubblico di “Maltese – Il romanzo del commissario”?

Vorrei che arrivasse quello che di fatto è, ovvero storia molto commuovente, intensa e civile; mi auguro che arrivi il coraggio di saper scegliere di Maltese e che possa in qualche modo fare capire che nella vita è importante scegliere e non farsi scegliere. Mi piacerebbe anche che il pubblico si divertisse e passasse qualche ora di intrattenimento,  aspettando con grande curiosità la puntata successiva.


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