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“Tutto può succedere 2” e non solo. Intervista a Flavio Furno
04 Mag 2017 06:00

Flavio Furno è oramai un volto assai conosciuto del piccolo schermo. Lo abbiamo visto in in fiction di successo come “Per amore del mio popolo” e “Questo nostro amore ‘70” . In queste settimane lo stiamo vedendo nella seconda stagione di “Tutto può succedere” per la regia di Lucio Pellegrini al fianco di Pietro Sermonti e molti altri grandi attori. Inoltre è al cinema con Moglie e Marito“, con esordio alla regia di Simone Godano con Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak. Flavio di gavetta ne ha fatta per riuscire a diventare il grande professionista che è, ha lasciato la sua Napoli per stabilirsi a Roma, perno attorno a cui ruota l’arte più bella di sempre, la cosiddetta fabbrica dei sogni, ovvero il cinema.

Chi è Flavio Furno?

E’ un ragazzo di poco più di 30 anni; è un attore che cerca costantemente di fare il proprio mestiere da quando ha raggiunto la maggior età, si sta infatti impegnando moltissimo facendo la cosiddetta gavetta,  sperando di emozionare il pubblico. Oggi deve ammettere che non è semplicissimo svolgere questo mestiere in un Paese come l’Italia, soprattutto quando si hanno ambizioni molto forti. Ha cercato di diversificare nel suo piccolo i diversi ruoli che ha interpretato pur nella consapevolezza che  il percorso della sua carriera è solamente all’inizio.

Nonostante la giovane età, sei attore e anche regista. Quando e com’è scoccata la scintilla per questo mestiere?

Posso dirti che non c’è stato un momento preciso anche perché non provengo da una famiglia che appartiene al mondo dell’arte; sono l’unico infatti del mio nucleo familiare ad essermi avvicinato a questa professione,  in maniera del tutto inconsapevole. Ho però sempre avuto piena coscienza della mia creatività.

Napoli è la tua città. Cosa rappresenta per te?

Sicuramente casa perché la mia famiglia vive ancora lì. Devo ammettere che ho riscoperto la sua bellezza solo quando me ne sono andato per poi, di tanto in tanto, farvi ritorno. Per me è bellissima, è sempre accogliente. Mi piacerebbe molto fare un film o portare uno spettacolo teatrale nella mia Napoli, è uno dei miei sogni! La mia casa però ora è Roma.

Un ruolo particolarmente interessante è quello di Angelo per la serie tv in costume “Grand Hotel”. Vestivi i panni di un ragazzo timido, buono e pronto ad aiutare tutti. Hai fatto parte di un cast davvero molto giovane ma di grande talento. Ti aspettavi tutto il successo che ha avuto la fiction? E girare in costume?

Non mi sarei mai aspettato tanto successo e mi rammarica davvero molto il fatto che non ci sia, tra i progetti della Rai, il programma di una seconda stagione. Con questa fiction, il primo canale ha dato spazio a volti anche completamente nuovi del piccolo schermo e, facendo questo, questa nuova generazione di attori è entrata nella casa di milioni di telespettatori. Sul set si era creato un clima davvero molto bello, siamo rimasti in bellissimi rapporti; con alcuni, è nata anche una bella amicizia. E’ stato anche molto divertente girare la serie tv in costume!

Nella  prima stagione di “Tutto Può Succedere”, invece, interpretavi Roberto Galani, un personaggio totalmente opposto ad Angelo. Com’è stato interpretare questo spregiudicato direttore pieno di sé?

Per un attore che ama questo mestiere, questi ruoli sono sempre molto divertenti! Il regista Lucio Pellegrini ha creato una bellissima atmosfera, non ti dico le risate che mi sono fatto con Pietro Sermonti nel girare alcune scene! A dire la verità, mai avrei pensato che il personaggio da me interpretato avrebbe avuto così tanto successo, la cosa mi ha fatto davvero molto piacere! Sono anche in questa seconda stagione di “Tutto può succedere”, ma ahimè non rimarrò a lungo!

Sono molti i temi presi in esame, tra cui la famiglia, in particolare quella allargata. Per te?

Provengo da un nucleo familiare che è esattamente opposto a quello della fiction; la mia infatti è una famiglia molto tradizionale. Oggi come oggi ci sono tuttavia vari esempi di famiglia; ogni suo membro è legato all’altro da legami e unioni molto personali, ecco che ritengo che “Tutto può succedere” possa anche far emergere come di fatto sia la famiglia italiana oggi.

Molto interessante è anche la colonna sonora della serie tv che presta anche il nome alla fiction. Pensi sia davvero così? Tutto può succedere?

Assolutamente sì! Credo sia il bello della vita quello di poterci sorprendere sempre, ogni giorno. Penso che sarebbe noiosissima una vita in cui niente può succedere.

Sei anche al cinema con “Moglie e marito”, opera prima di Simone Godano. Protagonisti: Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak.

Sono uno specializzando in neurochirurgia di Favino che invece interpreta un neurochirurgo; vesto i panni di un grande ruffiano, maschilista e molto arrogante. E’ stato molto bello poter lavorare con due colossi con la Smutniak e Favino.

Quest’intervista verrà pubblicata in Resto al Sud. Qual è il tuo rapporto con la parola Sud?

Il Sud è spontaneità, genuinità e accoglienza. Il Sud è casa, è il luogo che sarà sempre con me, indipendentemente da quello che la vita mi riserverà.

I tuoi prossimi progetti?

A maggio su Sky uscirà “1993”, sequel di “1992”in cui interpreto un poliziotto della Procura. Uscirà poi anche un film per la regia di Luca Manfredi che vi racconterà la gioventù di Nino Manfredi, qui interpretato da Elio Germano; io sarò suo fratello Dante, un grande oncologo. Spero di fare presto qualche spettacolo teatrale a Roma!!


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